Newsletter n° 66 – Aprile 2012


Care amiche, cari amici,

la domenica successiva alla Pasqua è una grande festa liturgica, voluta dal beato Giovanni Paolo II nel 2000 per celebrare la Divina Misericordia in coincidenza con la proclamazione della santità di Santa Faustina Kowalska (1905-1938), la giovane suora polacca “segretaria della Divina Misericordia”.

Questa festa è il segno di ciò di cui il mondo ha maggiormente bisogno oggi. Un mondo che si è molto allontanato da Dio lungo un processo plurisecolare, attingendo alle sorgenti infette delle ideologie, per arrivare oggi alla “dittatura del relativismo”, come Benedetto XVI ha descritto l’epoca attuale.

Uscito senza altre speranze dall’ubriacatura delle ideologie (1789-1989), il mondo ha bisogno della misericordia come indispensabile medicina per ritrovare la pace, con la verità e con il bene che aveva abbandonati. Ma la pace di cui ha bisogno il nostro tempo non è soltanto l’assenza delle guerre, e non è neppure solo l’ordine sociale, che peraltro è necessario. La pace primaria indispensabile per ottenere la cessazione dei conflitti e per poter assistere alla restaurazione dell’ordine nella vita sociale nasce nel cuore degli uomini e può venire soltanto dalla conversione a Dio.

Newsletter Aprile 2010 – Prima

 
Il Papa e la natura dell’uomo

Care amiche, cari amici,
tra sabato sera e domenica pomeriggio (11.12 aprile) su Canale 5 (Tv di centro-destra?) sono andati in onda rispettivamente un’intervista a un uomo “incinto” (si dice così?) con tanto di compagna/o a fianco, già genitori di altri due figli, e una lunga intervista all’on. Paola Concia, già presidente dell’Arcilesbica, parlamentare del Partito democratico, che per oltre mezz’ora ha raccontato la sua iniziazione omosessuale e la sua decisione di convolare a nozze con la sua nuova compagna tedesca (in Germania, perché nell’Italia reazionaria guidata dal capo del governo e della Tv alla quale era stata invitata non si può ancora). La cosa ancora più sorprendente era che le due interviste erano precedute o seguite da altri personaggi miracolati da padre Pio, ad attrici particolarmente affascinanti, il tutto mischiato in una totale confusione che lasciava sconcertato il povero telespettatore. E la cosa che mi ha colpito anche di più era l’impegno delle giornaliste intervistatrici nel presentare come “normale” tutto quanto “passava” sullo schermo, saltando con noncuranza dal parto maschile alla santità e al miracolo, all’omosessualità ritenuta come condizione normale.