Carissimi,
nell’imminenza del VII Incontro mondiale delle famiglie voglio rivolgermi a ciascuno di voi per richiamare ancora una volta il significato di questo decisivo evento ecclesiale. Nel contesto sociale e culturale attuale, l’Incontro mondiale delle famiglie è per le nostre comunità e per tutti noi un’occasione unica e preziosa per riconoscere e rendere chiara testimonianza del valore ecclesiale e sociale della famiglia.
La famiglia è via maestra e la prima, insostituibile, “scuola” di comunione, la cui legge è il dono totale di sé. I cristiani, proponendola in tutta la sua bellezza, al di là delle loro fragilità, intendono testimoniare agli uomini e alle donne del nostro tempo, qualunque sia la loro visione della vita, che l’oggettivo desiderio di infinito che sta al cuore di ogni esperienza d’amore si può realizzare. La famiglia così concepita è patrimonio prezioso per l’intera società.
La presenza del Santo Padre tra noi, presenza che egli ha voluto personalmente rendere particolarmente prolungata e intensa, è una chiara espressione di attenzione e affetto per la nostra Diocesi e per tutta la società civile della città e del territorio. (…) il Papa viene a noi “ per confermare la nostra fede” (Lc 22, 32). Questo è il suo ministero proprio. Come ricordai all’inizio dell’anno pastorale, la Chiesa particolare non esisterebbe in forma piena senza questo riferimento diretto e immediato alla figura di Pietro. La sua presenza fisica sarà straordinaria perché sarà espressione privilegiata della sua presenza ordinaria. Per rispondere a questo grande dono di Benedetto XVI è importante che ciascuno di noi intervenga di persona soprattutto partecipando alla celebrazione dell’Eucaristia del 3 giugno presso l’aeroporto di Bresso (…).
(…) Con vivo affetto vi benedico nel Signore.
Angelo card. Scola, arcivescovo di Milano
Rubrica a cura di Michele Brambilla