Il Sinodo sulla nuova evangelizzazione ha radunato dal 7 al 28 ottobre 2012 la cifra più alta (262) di vescovi presenti a questa riunione periodica, convocata a partire dal Concilio Vaticano II (1962-65). E’ stato un momento importante di riflessione, soprattutto per i vescovi europei, sulle modalità con cui si può rilanciare il progetto di nuova evangelizzazione di questo Occidente immemore delle proprie radici cristiane. A coronamento dell’assise, Papa Benedetto XVI ha convocato un nuovo concistoro, in cui imporrà la berretta cardinalizia a 6 vescovi, tutti di regioni (Medio Oriente, India, Nigeria) in cui i cattolici soffrono gravi persecuzioni.
Tra i vescovi specificamente invitati dal Papa al sinodo figura il card. Angelo Scola. Egli ha avuto l’intuizione geniale di inventarsi una sorta di “diario telematico”, con cadenza settimanale, per raccontare ai fedeli ambrosiani i lavori del sinodo. I brevi filmati-intervista sono stati via via pubblicati sul canale Youtube dell’arcidiocesi di Milano. Si può dire che abbia adattato quella che è una delle fonti per lo studio del Concilio Vaticano II, i diari dei padri, alle modalità comunicative del Terzo millennio.
La prima puntata è stata registrata lo stesso 7 ottobre in cui è cominciata l’assemblea. Il card. Scola rivela che il momento che più gli piace di questo tipo di riunioni è quando, nei primi giorni, i vescovi di tutto il mondo descrivono la propria situazione e le proprie idee sui temi in discussione. E’ in quei momenti che, confida, percepisce con singolare forza l’universalità della Chiesa cattolica. “Viene fuori proprio il volto della Chiesa cattolica, la pluriformità delle esperienze nell’unità. E’ questo l’aspetto che mi colpisce di più e che più attendo”. Nuova evangelizzazione “significa che per i Paesi di lunga tradizione cristiana, sentiamo il bisogno di riproporre con forza il Vangelo, cioè Gesù Cristo vivo”.
La seconda puntata è mandata in onda la settimana successiva, ma registrata l’11 ottobre, giorno della Messa di ricordo del Concilio Vaticano II. Il card. Scola dice che del concilio “non si può separare la grande esperienza, di cui il Papa ha parlato, dai documenti” e fa proprio l’invito a tornare alla lettera dei decreti conciliari. Il vero spirito del concilio “non è qualcosa di vago”, ma ci ha lasciato in dono proprio “questi testi vitali”, attraverso i quali si è compiutamente espresso. La posizione è quindi per il “Concilio integrale”, che non disgiunge i testi dall’evento. Con una nota sociologica: la terminologia della secolarizzazione “riflette la stanchezza del nord del mondo”, in contrapposizione con la freschezza della testimonianza delle terre di recente evangelizzazione, salde nei propri valori e senza complessi nel predicare il Vangelo.
L’espressione “Europa stanca” la ripete anche nel pontificale in Duomo per la solennità della Dedicazione della chiesa cattedrale, una festività cardine del calendario ambrosiano, in occasione della quale l’arcivescovo ha voluto interrompere per poche ore il soggiorno a Roma. Nella terza puntata, che registra subito dopo, parla specificamente dell’apostolato laicale: “Il Cristianesimo è la religione dell’Incarnazione. Il cristiano non può non esprimersi in tutti gli ambiti della sua esistenza”. In una società plurale “è decisivo che tutti i soggetti si esprimano per quello che sono”.
Il 28 ottobre Benedetto XVI ha fornito all’Angelus l’interpretazione più autorevole del sinodo: “Ripensare al beato Giovanni XXIII, al servo di Dio Paolo VI (…) è stato quanto mai favorevole, perchè ci ha aiutato a riconoscere che la nuova evangelizzazione non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa (…) quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, terra di missione”. Il card. Scola riparte definitivamente per Milano consapevole che “Dio è vicino, è una compagnia effettiva a noi”.
Rubrica a cura di Michele Brambilla.