Il periodo natalizio ha ispirato all’arcivescovo di Milano Angelo Scola omelie saporose ed articoli di giornale altrettanto densi di contenuti. In particolare il 27 dicembre è uscito sul settimanale ciellino Tempi il personale Te Deum dell’arcivescovo per un 2012 che ha visto transitare per Milano lo stesso Papa Benedetto XVI. Il ringraziamento del card. Scola apre proprio il numero speciale della rivista: “Io non riesco a pensare ad un Te Deum se non a partire dalla nascita nella carne del Dio che si è fatto Bambino. (…) Con la nascita del Redentore diventa possibile un nuovo inizio”.
E’ però ugualmente rilevante, benché sembri una curiosità da addetti ai lavori, un altro gesto importante di quei giorni. Con una lettera datata 20 dicembre 2012 il card. Scola modifica la composizione della Congregazione del Rito ambrosiano, il dicastero curiale che lo aiuta nell’esercizio del ruolo di capo-rito di questa particolare liturgia.
La congregazione esiste dai tempi di S. Carlo Borromeo, quando attuò la riforma tridentina del Rito ambrosiano, e divenne protagonista della nuova riforma, determinata dal Concilio Vaticano II. Una riforma lunghissima, non ancora terminata, che ha avuto come tappe il messale (1976), il breviario (1984), promulgato dal card. Martini, ma in realtà composto da mons. Giacomo Biffi ai tempi del card. Colombo, e il nuovo lezionario (2010).
Il card. Scola intende ora condurre “un’opportuna verifica dei diversi “cantieri” che impegnano la Diocesi di Milano, tra i quali quello della riforma liturgica, nella sua peculiare natura”. Questa verifica dei passi compiuti nei decenni precedenti comprende una modifica sensibile della stessa composizione della commissione. “In particolare intendo nominare un gruppo ristretto di membri effettivi che, oltre ai membri di diritto, preveda alcuni sacerdoti scelti principalmente tra i pastori saggi e prudenti della nostra diocesi, che portino il contributo della loro esperienza vissuta nel servizio pastorale unito a una sana e viva passione per la liturgia ambrosiana. Ai membri effettivi si unirà un gruppo più vasto di membri consultori, scelti soprattutto tra i competenti nelle diverse discipline implicate nella riforma liturgica”. Personaggi che non erano mai stati consultati a livello così alto e che apporterebbero il contributo fondamentale della concretezza della vita liturgica vissuta dal popolo dei credenti.
Il nuovo presidente della Congregazione è mons. Marco Navoni, dottore della Biblioteca Ambrosiana, esperto della letteratura su S. Ambrogio. Particolare suggestivo: sia il cerimoniere del Duomo, mons. Claudio Fontana, che il responsabile dell’ufficio liturgico diocesano, mons. Claudio Magnoli, hanno celebrato a Capodanno Messe pubbliche in Rito ambrosiano antico.