Nella chiesa di S. Nicolao della Flue, parrocchia del decanato cittadino di viale Forlanini, il presbiterio è ornato da tre grandi lastre dorate, opera di Lello Scorzelli. Il trittico “simboleggia l’onore reso a Milano al primato pontificio di Paolo VI” (Le nuove chiese della diocesi di Milano 1945-1993, Vita e Pensiero, p. 207). Tre, infatti, dal XV sec. in poi, sono le corone che ornano la tiara del Papa, ad indicare i tre regni (Paradiso, terra, inferi) in cui Pietro ha il potere di legare e sciogliere (Matteo 16, 18).
Giovanni Battista Montini (1897-1978), Papa Paolo VI (1963-78), fu amatissimo arcivescovo di Milano per 7 anni (1954-63), durante i quali compì numerose visite pastorali, protesse i boccioli dei grandi movimenti (come Comunione e Liberazione) e per la prima volta parlò della necessità di una nuova evangelizzazione dell’Occidente, avvertendo potentemente i segni della secolarizzazione. E’ rimasta memorabile la grande missione cittadina del 1957. Nacquero così gli spunti che caratterizzeranno il pontificato di Paolo VI: missionarietà, adeguamento delle strutture ecclesiali alle nuove esigenze evangelizzatrici, confronto misericordioso, ma fermo nella dottrina, col mondo contemporaneo.
Papa Benedetto XVI, che nutre un grande affetto per l’antico predecessore, ha riconosciuto in dicembre le virtù eroiche di Paolo VI, che da ora in poi potrà essere chiamato venerabile. Per l’arcidiocesi di Milano è una grazia enorme, potendo contare già due arcivescovi beati nel XX sec.: Andrea Carlo Ferrari ed Ildefonso Schuster.
L’annuncio dal pulpito è stato significativamente collocato dal card. Angelo Scola nel giorno dell’Epifania: l’allora mons. Montini fece il suo ingresso solenne in Milano il 6 gennaio 1955. “Per questo nostro fratello che fu per noi pastore e maestro, lodiamo il Signore con le parole che gli angeli cantarono a Betlemme la notte di Natale e da allora tutta la Chiesa eleva colma di gioia perché il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza. Lo facciamo consapevoli che questo dono aumenta la nostra responsabilità di testimoni”.
In librerie stracolme di opere del card. Carlo Maria Martini, di cui è ripreso lo sfruttamento ideologico da parte di giornali ed ambienti laicisti, cominciano già da alcuni mesi a farsi largo altri libri, che analizzano la figura di Paolo VI nella biografia, nella pastorale e nel magistero. In particolare, fervono i commenti e le riedizioni del Credo del popolo di Dio, pronunciato al termine dell’Anno della Fede 1967-68.
Esso è consultabile anche sul sito ufficiale di Alleanza Cattolica e rappresenta una pietra miliare nella battaglia per la sana dottrina, quasi un nuovo Sillabo posto di fronte ai deliri di un’epoca, il Sessantotto, non priva di conseguenze anche sul piano ecclesiale.
Rubrica a cura di Michele Brambilla