L’omelia della Messa crismale, letta in presenza dell’intero clero diocesano, riveste sempre un’importanza singolare lungo l’anno liturgico, costituendo essa stessa un atto di governo del vescovo.
Quest’anno l’appuntamento riveste un’ulteriore significato. Il card. Angelo Scola incontra il suo clero dopo un mese decisamente speciale ed al culmine di una verifica generale sui “cantieri” pastorali (liturgia, comunità pastorali, pastorale giovanile, inserimento dei nuovi preti nel ministero ecc…) avviati dal predecessore, card. Dionigi Tettamanzi. La revisione era stata prescritta a settembre nella lettera pastorale ed ora, con grande trepidazione dei presenti, culmina nella convocazione di quello che in gergo è definibile “sinodo straordinario del clero ambrosiano”.
“Abbiamo proceduto alla verifica dei cosiddetti cantieri in cui la Diocesi è impegnata. Insieme al consiglio episcopale ho deciso di convocare il clero la mattina del 28 maggio per comunicare i risultati di questa verifica”.
Quello dei sinodi diocesani è una grande tradizione, iniziata da S. Carlo Borromeo pochi mesi dopo la conclusione del concilio di Trento (1545-64). I sinodi si svolgevano lungo diverse settimane e si concludevano con una serie di decreti, volti alla riforma della vita pastorale dell’arcidiocesi. Tuttavia, l’incontro che è richiesto rivestirà le modalità viste nel 2010 nell’assemblea sinodale in occasione dei 400 anni dalla canonizzazione del Santo. Il clero sarà convocato in Duomo per una predicazione ed un’analisi puntuale sull’argomento specifico.
La tradizione si fonde con l’imperativo della nuova evangelizzazione quando il card. Scola ricorda con commozione la richiesta di Benedetto XVI che la Lombardia diventi il cuore della fede d’Europa. Ecco allora la seconda, grande proposta: ricercare, decanato per decanato, una nuova formula di vicinanza ai principali ambiti della vita quotidiana (famiglia, lavoro, scuola, sanità) che si traduca in una concreta attività missionaria. “Vorremo abbattere del tutto i muri che ci dividono da questa società plurale. Il card. Bergoglio, ora Papa Francesco, ha affermato che quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diventa autoreferenziale ed allora si ammala”.
In questo modo l’arcivescovo di Milano traduce anche i nuovi imput di Papa Francesco, incontrato con gioia da più di 10.000 pellegrini ambrosiani, guidati proprio dal card. Scola, durante un solenne pellegrinaggio di ringraziamento dal 1 al 3 aprile.
Durante l’udienza generale in piazza S. Pietro, Papa Francesco constata radioso: “Ma quanto entusiasmo che hanno questi milanesi!”. Alle centinaia di fedeli giovani e giovanissimi (ci sono anche, come vuole la tradizione catechistica ambrosiana, tanti 14enni) che lo acclamano, il Papa conferma in modo molto semplice la missione della Lombardia: “Avanti giovani!”, ma sempre ancorati a Cristo. Un’Ancora molto speciale (la Speranza) che, come ricorda Francesco nella catechesi, ha le radici in cielo e tende le fronde fin quaggiù.
Michele Brambilla