Il numero del gennaio-marzo 2013 di Cristianità, l’organo ufficiale di Alleanza Cattolica, non poteva che prendere in esame gli eventi di enorme rilevanza storica accaduti in quei mesi. Innanzitutto l’imprevisto passaggio di consegne tra Papa Benedetto XVI, che l’11 febbraio 2013 rinuncia all’esercizio del ministero petrino, ed il card. Jorge Mario Bergoglio, argentino con radici piemontesi, che il 13 marzo viene eletto Sommo Pontefice col nome di Francesco. Alleanza Cattolica dà il benvenuto a Papa Bergoglio con l’articolo di Massimo Introvigne Grazie, Papa Benedetto XVI. Ti seguiremo, Papa Francesco (pp. 1-8) e con la pubblicazione, nella rubrica di Magistero episcopale (pp. 73-74), della ormai celebre lettera (22 giugno 2010) dell’allora arcivescovo di Buenos Aires in merito al disegno di legge del governo argentino riguardante l’introduzione delle nozze gay. L’attuale Papa Francesco nella lettera descrive senza mezzi termini il progetto “una mossa del padre della menzogna” ed invita le monache carmelitane di tutti i conventi di Buenos Aires a combattere l’opera del Maligno con la preghiera ed il sacrificio,“le due armi invincibili di santa Teresina”, riferendosi a S. Teresa di Lisieux (1873-97).
Introvigne enumera i punti salienti del magistero di Benedetto XVI (ermeneutica della continuità riguardo al Concilio Vaticano II, lotta al relativismo, libertà religiosa, via pulchritudinis), per poi concludere con l’atto di sottomissione filiale di Alleanza Cattolica al nuovo Papa, espresso secondo le parole con cui Plinio Correa de Oliveira (1908-95) dedicò il suo capolavoro, Rivoluzione e Controrivoluzione, ai Pontefici Giovanni XXIII (1958-63) e Paolo VI (1963-78): “non vorremmo considerare concluso questo studio senza un omaggio di filiale devozione e di obbedienza illimitata al dolce Cristo in terra, colonna e fondamento infallibile della Verità”. Con la sottolineatura, non da poco vista l’onda mediatica sollevatasi a dedurre dal nome “Francesco” presunte svolte iper-progressiste nel governo della Chiesa, che il Papa è sempre il Papa, qualunque persona ricopra il ruolo. Per cui, come nei primi anni del b. Pio IX (1846-78), il cattolico autentico grida semplicemente “Viva il Papa”.
In febbraio sono avvenute anche le elezioni politiche in Italia, che hanno consegnato un panorama parlamentare assai difficoltoso, con PDL, PD e Movimento 5 Stelle praticamente equivalenti nel numero di voti e di seggi. Lo stallo politico non è ancora concluso nel momento in cui l’articolo va in stampa, ma Massimo Introvigne analizza comunque con i mezzi dell’indagine sociologica il risultato del voto (Riflessioni postelettorali, pp. 9-13), ricavandone che, benché il calo dei partecipanti sia stato evidente per ogni formazione politica tradizionale (M5S viene considerato di fatto “l’unica formazione che può dire di aver vinto le elezioni, con 8,7 milioni di elettori”), il mondo cattolico ha comunque confermato la sua preferenza per il PDL e le altre formazioni di centrodestra, vedendo in essi, nonostante le pecche, un valido baluardo nella difesa dei valori non negoziabili (vita, famiglia, libertà d’educazione e di religione) così come enunciati da Benedetto XVI. Estremamente interessante l’ipotesi che con il voto del 24-25 febbraio 2013 sia penetrata nel ceto politico la frammentazione ideologica seguita al Sessantotto, che ha già intaccato la società, ridotta “a coriandoli” secondo la felice espressione del sociologo del CENSIS Giuseppe De Rita. Non c’è più un’ideologia egemone se non il relativismo, e la stessa sinistra è ormai un coacervo di posizioni spesso in conflitto.
Alle pagine dedicate all’attualità seguono due profondi excursus storici su ambienti e figure controrivoluzionarie del XIX-XX secolo. Un’alleanza internazionale contro il comunismo: l’Entente internazionale Anticommunite (1927-50) di Oscar Sanguinetti (pp. 15-47) ricostruisce le vicende dell’EIA, un ente di controinformazione anticomunista, avente sede in Svizzera, che, nonostante rappresentasse un tentativo piuttosto velleitario di contrapporsi alla Terza Internazionale marxista (1919-43) ed alla sua forza anche militare, riuscì comunque a creare in Europa una cospicua rete di simpatizzanti e a dare un briciolo di speranza agli esuli russi, spesso sopravvissuti alla feroce guerra civile tra Armata Rossa ed Armata Bianca (1918-21). Libri forniti dalla EIA circolavano ancora negli ambienti anticomunisti della seconda metà del Novecento.
Il secondo grande contributo storiografico è di Ignazio Cantoni, Joseph de Maistre (1753-1821) profeta dell’eterno. Un itinerario introduttivo (pp. 45-60), che, appunto, vuole essere una semplice introduzione al grande scrittore controrivoluzionario. Un’introduzione che lascia percepire comunque la profondità del pensiero di de Maistre, “profeta dell’eterno” perché difensore dei principi perenni della Chiesa e della morale naturale contro la Rivoluzione. Il Savoiardo rivela uno spessore teologico sconosciuto ai suoi detrattori, incardinato fortemente sul Mistero pasquale. La Rivoluzione è una sorta di riedizione del peccato originale, che rifiuta i valori antichi proprio a causa del loro fondamento nella religione. L’Europa si risolleverà solo se compirà il contrario della Rivoluzione: agli occhi di de Maistre, la Restaurazione del 1815 era incompleta, perché riabilitava le forme e non i contenuti (“Io non finirò senza far osservare a Vostra eccellenza che ci si ingannerebbe infinitamente se si credesse che Luigi XVIII si è seduto nuovamente sul trono dei suoi antenati. Egli è solamente risalito sul trono di Bonaparte”). Ma la vera controrivoluzione, quella più profonda, sta nell’accettare i propri limiti (la propria croce, in riferimento alla Passione del Signore) e riallacciarsi alla Pasqua di Cristo. Non a caso l’ambasciatore de Maistre fu un instancabile propugnatore del Cattolicesimo nella corte ortodossa degli Zar. Completa l’articolo di Cantoni una citazione diretta di de Maistre, riportata nella rubrica Os prudentis (p.63-64).
La sezione Il resto della Verità riedita sotto altra veste l’intervista (pp. 67-69) a Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica, apparsa su il Timone del gennaio 2013 (n. 119). “Cristo Re e civiltà cristiana. Non ha mezzi termini lo statuto di Alleanza Cattolica”. Comincia così un’intervista saporosa, condotta da Roberto Beretta, durante la quale Giovanni Cantoni spiega bene il senso che dà all’associazione ai termini di “restaurazione sociale” e “libertà religiosa” in occasione dei 1700 anni dall’editto di Costantino (313 d.C.), che ha posto fine alle persecuzioni antiche. Nella cosiddetta “epoca costantiniana” non c’è nulla di cui vergognarsi, perché tutt’ora la Chiesa cerca e ha bisogno di un certo favor iurisda parte delle autorità civili affinché le sia garantita la libertà religiosa necessaria a svolgere il suo compito di evangelizzazione.
Ecco allora la riproposizione del modello di laicità positiva offerto dagli Stati Uniti d’America, richiamato anche, nella sezione Ex libris (pp. 77-80), da Leonardo Gallotta, che recensisce l’opera di Angelo Maria Codevilla, Classe dominante(Grantorino libri, Torino 2011), in cui si contrappone questa “classe dominante”, composta dai burocrati di Washington, alla “country class”, l’America profonda rimasta legata ai valori autentici della nazione.
Un numero, quello 367 di Cristianità, che quindi offre a tutti strumenti di grandissimo livello per comprendere il nostro tempo e gli eventi storici di cui siamo spettatori.