All’inizio di una sua celebre biografia del card. Giovanni Colombo (1902-92), mons. Inos Biffi constata come la vita di colui che fu arcivescovo della metropoli lombarda per eccellenza dal 1963 al 1979 sia “interamente circoscritta-dalla nascita alla morte-nei confini della diocesi ambrosiana”. Salvo infatti qualche rara puntata a Roma per i conclavi, il card. Colombo non si mosse mai dai confini dell’arcidiocesi di Milano. La sua vita ruotò attorno al paese natale, Caronno Pertusella (VA), al Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore, di cui fu anche rettore (1953-63), ed al Duomo.
A 20 anni dalla morte del prelato e a 110 dalla nascita, il card. Angelo Scola si reca in visita pastorale proprio a Caronno Pertusella, accolto sulla porta della parrocchia S. Margherita dal parroco mons. Francantonio Bernasconi, che di Colombo fu segretario. Durante l’omelia, il card. Scola esclama: “Siamo in un luogo particolarmente significativo per la memoria del mio predecessore, che qui ricevette la gloria del Battesimo e dove tornava regolarmente per la festività di Ognissanti”. L’arcivescovo ricorda con affetto le dolcissime parole che il card. Colombo gli scrisse quando fu elevato dal b. Giovanni Paolo II all’episcopato nel 1991: “In unità con Pietro, nel bacio di Cristo ti porgo la mia pace”.
Giovanni Colombo ha un legame strettissimo con gli eventi della fraternità di Comunione e Liberazione: fu lui, da rettore maggiore dei Seminari, a consentire a don Luigi Giussani (1922-2005) di diventare, nel 1954, insegnante di religione al liceo Berchet di Milano, dove nacque il movimento. Il rapporto con don Giussani rimase sempre franco e cordiale, dimostrando, anche nelle divergenze pastorali, una profonda stima del sacerdote di Desio. L’affetto verso don Giussani si è riversato anche su tanti sacerdoti del movimento, come può testimoniare lo stesso Angelo Scola.
Un altro luogo carissimo alla memoria del card. Colombo è il Seminario Arcivescovile. Il card. Scola sale il 7 maggio anche lassù, dove festeggia 19 candidati al sacerdozio e celebra nuovamente a suffragio dell’anima del predecessore. La Festa dei Fiori comprende tradizionalmente anche una conferenza: mons. Inos Biffi dà come titolo al suo intervento “Il card. Giovanni Colombo ed il Concilio Vaticano II”, sottolineando la fase delicata di applicazione (Sinodo diocesano 46°) dei decreti conciliari nell’arcidiocesi ambrosiana, che, avendo un rito proprio, ha dovuto eseguire anche una sua personale riforma liturgica.
Una riforma liturgica che il card. Scola sta attentamente revisionando. La Festa dei Fiori prepara così non solo le ordinazioni dell’8 giugno, ma anche il sinodo straordinario del 28 maggio, verso il quale il clero si sta orientando con attese crescenti. Per l’apostolato, come sprona il card. Scola a Caronno Pertusella, “servono gli uomini!”. Uomini e donne veri, trasformati dal Vangelo. A Venegono aggiunge: “Non anteponete mai la vostra quiete alle necessità della Chiesa”.
Michele Brambilla