Giovedì 27 giugno Alleanza Cattolica ha presentato a Milano nella sua sede sociale di via Lecce 8 il manifesto Unioni di fatto e omofobia: cinque punti fermi, dedicato a quella che sta diventando sempre più la battaglia dei prossimi anni. Una sfida di cui, ha sottolineato il reggente regionale Marco Invernizzi, c’è poca coscienza in Italia, anche nel mondo cattolico. Questo avviene perché la pressione mediatica è diventata micidiale, fino a tacciare d’infamia preventivamente chiunque non condivida la vulgata politicamente corretta, ma anche perché nozze gay ed unioni cosiddette “civili” vengono percepite ancora come una questione che riguarda minoranze ristrette, ben integrate nel tessuto della modernità. L’ideologia di genere mina invece alla radice la percezione della realtà e della natura umana, proponendo modifiche legislative che toccano sensibilmente l’intero corpo sociale, come dimostra il caso spagnolo, dove al matrimonio omosessuale ha fatto seguito l’abolizione dal Codice Civile delle parole “padre” e “madre”.
L’avvocato Jennifer Basso Ricci ha curato la proiezione di una serie di slide, nelle quali si analizzano diverse sentenze gay-friendly degli ultimi decenni, non prima di aver ribadito il valore della famiglia eterosessuale tradizionale secondo il magistero della Chiesa. Per certi versi il dibattito politico nostrano sembra regredito al 2007, l’anno dei DICO proposti da Rosy Bindi (PD) ed affossati dalla grande reazione del Family Day. In Italia non esiste un vuoto normativo, ma si punta, con sentenze sempre più macchinose della magistratura, a forzare la mano al legislatore, estendendo articoli già presenti nell’ordinamento.
Lo strumento offerto dalla presentazione di Basso Ricci è adattabile a qualsiasi situazione il militante venga chiamato a fare fronte, che sia una catechesi parrocchiale o una cena tra amici. Questo perché non c’è ambiente che non abbia bisogno di essere informato e perché gli alleati possono spuntare dovunque, come ben dimostra il caso francese, ben testimoniato in sala dalla giornalista Raffaella Frullone.
Uno dei presenti ha commentato: “Ma Dio tace?”. Come dice Marco Invernizzi, essendo uomini ci è difficile conoscere le modalità con cui Egli stabilisce o stabilirà di far sentire la sua voce, tuttavia possiamo determinare con proprietà quella che sarà la reazione dell’uomo, che si spera non sia a posteriori, cioè dopo che il danno è stato compiuto, ma preceda la stessa formulazione di una legge iniqua. Alleanza Cattolica comincia già ora a sondare il terreno per riunire tutte le variegate espressioni dell’associazionismo cattolico in un fronte comune analogo a quello, sullo stesso tema, del 2007.
Non serve infatti a nulla cedere sui “diritti civili” allo scopo di evitare le nozze gay, perché in Francia c’erano i PACS e si è arrivati al matrimonio gay. Eppure è un errore che in tanti nel mondo cattolico sono tentati di compiere, rendendo molto più difficile un’opera di saldatura interna come quella che nel 2007 riuscì alla genialità strategica del card. Camillo Ruini. Ma a noi piacciono le sfide impossibili.