San Riccardo Pampuri nasce a Trivolzio (PV) il 2 agosto 1897. Figlio di Innocente Pampuri e Angela Campari é il penultimo di undici figli. In tenera età perde prima la madre nel 1900 e successivamente il padre nel 1907. A seguito di queste gravi perdite e della difficile situazione economica, Erminio (suo nome di battesimo) viene portato in affido agli zii paterni: i due fratelli Maria e Carlo Campari, i quali vivevano ancora nella casa della madre poichè non erano ancora sposati a Torrino, paese vicino a Trivorlio.
Qui frequenta le scuole elementari e successivamente si reca a Milano per intraprendere gli studi classici al ginnasio.
Sebbene nella stessa scuola ci sia sua sorella Maria, con la quale era in ottimi rapporti, egli non riesce a trovarsi bene all’interno dell’ambiente scolastico. Il malcontento aumenta quando sua sorella conclude gli studi e decide di entrare in convento.
A questo punto gli zii decidono di farlo studiare a Pavia, dove finirà il liceo classico ed intraprenderà gli studi medici, sua grande passione.
La sua carriera scolastica viene però interrotta dallo scoppio della prima guerra mondiale e dal richiamo di massa alle armi.Erminio entra nell’esercito come aiutante medico di campo al grado di caporale. Viene stanziato a Caporetto nel 1917, proprio nel periodo in cui le truppe imperiali sfondano il fronte italiano.
E’ proprio in questa occasione che egli prende coraggio, si fa carico di medicinali e aiuti per i suoi commilitoni, carica tutto su un carro e lo traina da solo per ventiquattro ore, sotto il fuoco nemico. Per questo gesto di coraggio, Erminio viene promosso al grado di sergente ed insignito della medaglia di bronzo al valor militare. Oltre però a queste due onorificenze, il suo gesto eroico gli costerà anche una forma seria di pleurite dalla quale non si riprenderà mai del tutto.
Nel 1920 viene congedato con il grado di sottotenente e l’anno successivo si laurea a Pavia in medicina a pieni voti.
A questo punto della sua vita egli viene mandato come medico a Morimondo, vicino a Trivolzio, dove si impegna a svolgere assistenza sanitaria a tutta la popolazione, specialmente quella più povera. Egli infatti, per i più poveri, non si limita a dare cure mediche, ma si premura di rifornirli di medicinali e soldi che non li facessero morire di fame. Oltre a svolgere un servizio medico costante, Erminio si dedica moltissimo anche alla preghiera, cosa che aveva già iniziato a fare in modo assiduo quando era al fronte.
Quando però, con l’ascesa del fascismo, gli viene imposto di iscriversi al Sindacato Fascista dei Medici Condotti (SFMC), egli si dimette.A questo punto, continuando l’esercizio della sua professione, si adopera a Morimondo per la nascita di un circolo di Azione Cattolica che si proponeva molteplici obbiettivi: dalla formazione spirituale, all’aiuto di piccole entità locali di ogni genere.
È in questi anni che Erminio prende la decisione di entrare in convento e lo fa il 22 giugno 1927, sebbene contro la volontà degli zii. Il 21 ottobre veste gli abiti dell’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio con il nome di Riccardo, nome del prete che è stato per lui direttore spirituale.
A seguito di qusta scelta egli viene mandato a Brescia dove svolge continuamente la sua professione medica e quella di insegnante per i nuovi infermieri. Nel 1929 la sua situazione di salute peggiora e quella che era una forma di pleurite si aggrava diventando tisi. Viene trasferito nella casa dell’Ordine a Milano dove muore il primo maggio del 1930 con il crocifisso alla mano, giorno della sua festa liturgica.