Oscar Sanguinetti è ricercatore senior presso l’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche e docente presso l’Università Europea di Roma.
Nella presente opera, frutto di un eloquente scavo archivistico presso il Seminario di Ventimiglia, in cui il protagonista si formò, e presso altri archivi interessati, Sanguinetti estrae dalle ombre dell’oblio la figura del giornalista cattolico intransigente don Giacomo Margotti (1823-87), fondatore del quotidiano torinese L’Unità Cattolica (1863), protagonista nel XIX secolo di polemiche infuocate, estromesso inopinatamente nel XX dalla memoria collettiva dell’Italia e del mondo cattolico. Suo fu il motto “né eletti, né elettori” che sostanziò la strategia del non expedit fino al 1904, quando S. Pio X (1903-14) sciolse l’Opera dei Congressi a favore di nuove modalità d’apostolato.
Sanguinetti, preso atto della scarsità di fonti su Margotti, nonostante la fama di cui godette, traccia degli “appunti” che siano utili a biografie più complete. Il testo ha il pregio di inquadrare gli eventi della vita del sacerdote sanremese all’interno del contesto politico, sociale e filosofico della sua epoca. L’autore risale fino alle cause prime degli avvenimenti, ovvero quel processo rivoluzionario, innescato da Martin Lutero nel 1517, che con la tappa della Rivoluzione francese del 1789 e l’età napoleonica (1796-1815) aveva segnato indelebilmente la generazione del prete battagliero, costretta a prendere atto di un cambiamento radicale nella società in senso secolarista. I principi dell’89 innervarono quel filone liberale del Risorgimento che condusse, proprio negli anni in cui don Margotti cominciava il suo tirocinio giornalistico nelle testate cattoliche della sua Liguria, alla disillusione dei cattolici circa le intenzioni dei cosiddetti “padri della patria” sulla libertà della Chiesa nel “nuovo ordine”. Margotti si dimostra un analista partecipe degli eventi contemporanei ed un acuto giudice di essi: ad es. smascherò il carattere coatto dei Te Deum e dei plebisciti che accompagnarono la conquista piemontese. Il grande polemista ottocentesco ha lasciato ai posteri un’eloquente testimonianza di come “apostolato cristiano e politica non sono due estranei”, tenendo conto del fatto – conclude Sanguinetti – che “il laicismo dei tempi di Margotti non si è estinto”, ma ha assunto oggi un volto forse più infido attaccando l’identità stessa dell’uomo.