Hobbit Party -Tolkien e la visione della libertà che l’Occidente ha dimenticato
In un articolo sulla rivista Wired l’esperto d’informatica Chris Anderson ha sostenuto che la filosofia è finita con internet. Rimarrebbe solo la storia della filosofia, quel catalogo delle idee morte e sepolte del passato che s’insegna nei licei. Google, secondo Anderson, c’insegna che è sufficiente allineare dati per avere tutte le risposte, e non è più necessario spiegarli o interpretarli. È davvero così? In realtà la filosofia non è una semplice collezione di dati. Cerca l’unica risposta che non si trova su Google, quella alle domande fondamentali dell’uomo: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, se è possibile conoscere davvero il reale, che senso hanno la vita, l’amicizia, l’arte, l’amore, la scienza, la politica. Chi vive al ritmo di Google e dei social network ha fretta: ma è possibile riscoprire le domande dell’uomo anche sotto forma di «filosofia per chi ha fretta», imparando a fermarsi e a pensare a partire dalla nostra esperienza. Per questo torna Le domande dell’uomo, uno dei primi libri (1985) di Massimo Introvigne, che a suo tempo ha studiato anche filosofia e a cui preparare la nuova edizione di questo testo ha dato occasione di ritornare a uno sguardo filosofico, oggi arricchito da anni di pratica delle scienze sociali.
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