Pubblichiamo la testimonianza del portavoce delle Sentinelle in piedi di Milano, Pietro Invernizzi, che ha partecipato a Parigi a una Veglia dei Veilleurs, una forma di “protesta culturale” nata in seguito all’approvazione della legge che ha legalizzato il matrimonio omosessuale.
Parigi, Venerdì 22 novembre.
Alle 19:45 davanti all’Hotel de ville transennato e gremito di poliziotti della CRS (Compagnies Républicaines de Sécurité, il departimento antisommosse della Polizia Nazionale) il turista non informato potrebbe immaginarsi che un gruppo di tifosi violenti o una manifestazione di qualche gruppo estremista politico stia per iniziare. Niente di più lontano dal vero. Dopo qualche minuto, a piccoli gruppi, iniziano a radunarsi ragazzi e ragazze, uomini e donne di tutte le età, equipaggiati di Thermos con The caldo e coperta, pronti per passare qualche ora insieme all’addiaccio, in una a dir poco gelida Parigi. Un ragazzo inizia a suonare la cornamusa, altri montano degli altoparlanti. In meno di mezz’ora circa 600 persone sono radunate, sedute per terra, in ascolto. Sono i Veilleures, un movimento di “protesta culturale” nato a seguito dell’approvazione della legge Taubira, che in Francia ha legalizzato il matrimonio omosessuale e l’adozione da parte di coppie omosessuali.
Il loro obiettivo è quello di far rivivere lo spirito democratico dell’Agora, ossia la volontà di semplici cittadini di riunirsi regolarmente nel cuore della città, in piazze pubbliche, in modo informale e senza chiedere autorizzazioni, senza disturbare in alcun modo l’ordine pubblico. Non sono un gruppo religioso o politico, degli ultraconservatori né dei semplici indignati, ma più semplicemente degli innamorati della vita, ossia di quello che si può trasmettere. I Veilleurs combattono una battaglia antropologica e culturale che sanno benissimo che sarà lunga e, benché non sia militare, rappresenta una questione di vita o di morte. Una battaglia per riaffermare un ritorno al reale, alla ricerca della decenza negli atti e nelle parole, verso ciò che è giusto, conforme alla realtà, vero. Il tema della veglia di questa sera è “Potere e Legittimità”. La coscienza segna il limite di ogni potere umano, coscienza che è il giudice ultimo della legittimità del potere. Una serie di letture ed interventi si susseguono, i temi trattati sono molti, dalla separazione e dall’equilibrio dei poteri a considerazioni sul fatto che il Potere non trae la sua legittimità dal consenso democratico ma dall’essere al servizio della verità. C’è anche il tempo per cantare e per un breve sketch tratto dal Macbeth di Shakespeare, tragedia archetipo della brama di potere e dei suoi pericoli. Tra gli oratori è presente anche una “sentinella in piedi” italiana, che è venuta per salutare gli amici francesi e per aggiornarli su quella che è la situazione nello stivale. La maggior parte dei presenti non è a conoscenza della proposta liberticida in discussione al parlamento italiano. L’accoglienza è calorosa e i veilleurs sono entusiasti che in un altro paese vi siano persone che combattono la stessa battaglia. La prima parte della veglia finisce alle 22_30, con un canto a tre voci al termine del quale i tre gruppi che si sono formati partono al seguito dei tre luoghi emblematici di potere: l’assemblea nazionale, il ministero di giustizia e il palazzo di giustizia. La polizia impedisce ai veilleurs di lasciare la piazza se non a gruppi di 5 o 6 ogni 2/3 minuti. Alle 23 davanti al palazzo di giustizia è ancora tempo di leggere,cantare, pensare e meditare. I veilleurs che si separano dal gruppo e vegliano su un marciapiede pubblico come Sentinelle in piedi vengono ingiustamente presi di peso, minacciati e riportati all’interno del cordone impenetrabile formato da agenti della CRS che circonda i Veilleurs. Il comandante della compagnia dopo aver strappato qualche foglio dalle mani dei veilleurs fa rapporto via radio sui testi incriminati, al commissario, evidentemente avido di cultura: “Il Piccolo Principe di Saint Exupery, sì signor commissario”…il dovere è dovere… Il cordone non si muove e i veilleurs sono bloccati, allora per scaldare i cuori e il corpo altri canti vengono intonati. Passata la mezzanotte il comandante grida: “Potete partire solo se ci prometterete sul vostro onore di rientrare immediatamente a casa…” La risposta è secca e cortese allo stesso tempo: caro signor comandante…, in Francia, noi abbiamo intenzione di circolare dove più ci aggrada (e poi dobbiamo rincontrare i nostri amici che stanno subendo lo stesso trattamento davanti al ministero di giustizia e all’assemblea nazionale). Alle 00:40 finalmente il comandante lascia: “Bene…siete autorizzati a partire a gruppi di 5 ogni 5 minuti…” I tre gruppi si ricongiungono per un ultimo saluto, ma il freddo è ormai difficile da sopportare. E’ tempo di tornare a casa, anche questa sera non abbiamo lasciato un centimetro… e continuerà così. On ne lache rien