La Fondazione Oratori Milanesi presenta l’11 gennaio il tema del Carnevale ambrosiano 2014: “Sportissimissimi.it”. Gli educatori arrivano al Centro Card. Schuster di via Feltre 100 in abiti sportivi, per cominciare a mimare le coreografie che caratterizzeranno i carri allegorici degli oratori. L’idea viene dalla concomitanza con il centenario della fondazione del CONI e, soprattutto, con i 70 anni del CSI (Centro Sportivo Italiano), la federazione delle società sportive di ispirazione cattolica.
L’attenzione verso lo sport ha messo solide radici nell’arcidiocesi di Milano fin dal rinnovamento ottocentesco degli oratori. In un mondo di accentuata competizione tra la scuola statale e le realtà cattoliche, agli inizi del XX secolo si comprese la valenza educativa dell’attività sportiva come veicolo di valori quali la disciplina, la lealtà e l’obbedienza. Fu così che gli oratori cominciarono ad ospitare campetti di calcio ed altri sport, affinché si potessero trasmettere contenuti di Fede anche in questa forma. Oggi i gruppi sportivi negli oratori ambrosiani sono circa 850, con un bacino di 80.000 iscritti e 10.000 operatori.
Il card. Angelo Scola, personalmente tifosissimo del Milan, sottolinea molto la valenza educativa dello sport in oratorio. Sempre più spesso, infatti, le società sportive oratoriali diventano occasione di primo annuncio cristiano verso piccoli e grandi. Per parteciparvi non occorre, infatti, essere credenti, per cui lo spogliatoio diventa per tanti il luogo in cui muovere i primi passi nella realtà della Chiesa.
Dice l’arcivescovo ai dirigenti sportivi diocesani: “Voi tutti rappresentate per le decine di migliaia di ragazzi e ragazze che nella nostra diocesi si approcciano allo sport con desiderio e passione un po’ delle figure “mitiche”. Avete sui ragazzi un grande peso, e credo che ve ne rendiate conto. Qual è la difficoltà che il ragazzo di oggi incontra a qualunque livello della sua vita? La sua giornata è frammentata. (…) Deve attraversare tanti territori che sono sconnessi. (…) Questo è il problema educativo numero uno della nostra società, la cosa più difficile, contro la quale ogni educatore, e voi siete educatori di prima classe, si scontra. (…) Dovrebbe essere se stesso in ogni momento della giornata! Le motivazioni fanno ciò che faccio. Io aggiungo il “per chi” faccio le cose. Il mio augurio è che voi siate uomini che danno la motivazione adeguata a quello che fate”. Di giocatori bravi, ma vuoti “ne abbiamo visti tanti nei nostri campionati”. Sono affondati a causa della “mancanza di senso”. Quindi ammonisce: “Voi, tra tutti gli educatori, compresi noi preti, siete quelli che avete il compito più delicato di tutti, perché il ragazzo investe in quel frammento (lo sport) la totalità del suo io molto di più di quanto faccia a scuola”.
Riprendendo nel contesto del Natale degli sportivi (17 dicembre) i discorsi dell’estate, il card. Scola afferma: “Il corpo è il sacramento, cioè il segno espressivo, di tutta la persona. Noi comunichiamo attraverso il corpo. Non siamo puri spiriti”. E questo, sappiamo bene, non vale solo nell’ambito sportivo. L’ideologia di genere attacca la corporeità proprio perché è identitaria, è lo strumento oggettivo tramite il quale la persona interagisce, presentando tutta se stessa.
Michele Brambilla