Il 18 marzo 2014 è una data che entrerà in qualche modo nella storia della nostra piccola associazione. Su invito specifico della Curia milanese Alleanza Cattolica ha infatti partecipato ufficialmente alla Via Crucis del martedì, celebrata in Duomo dall’arcivescovo card. Angelo Scola. Militanti di AC hanno scortato la croce fino ai piedi dell’altare, dove l’hanno consegnata nelle mani dell’arcivescovo, e hanno preso quindi posto negli stalli del coro, accanto ai rappresentanti degli altri movimenti/associazioni convocati/e dal card. Scola per quella sera (Focolari, ACLI, Rinnovamento nello Spirito) ed ai fedeli delle zone pastorali di Rho (IV) e Melegnano (VI).
L’arcivescovo ha ripartito le 14 stazioni della Via Crucis in quattro serate, seguendo come filo conduttore la preparazione alla Professio Fidei dell’8 maggio. La prima tappa, quella a cui partecipa ufficialmente Alleanza Cattolica, si compone delle prime tre stazioni (I Gesù è condannato a morte, II Gesù è caricato della croce, III Gesù cade per la prima volta), commentate da suggestive citazioni di S. Teresa di Calcutta, Papa Francesco e John Henry Newman.
Il card. Scola nella catechesi chiarisce subito il termine “spettacolo della Croce” posto sulla copertina del sussidio per la celebrazione, che riporta in bella evidenza il S. Chiodo: “«Tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto» (Lc 23, 48). Il termine usato da Luca, Theoria, per dire spettacolo, non indica un’immagine ferma, ma un dramma in svolgimento, uno spettacolo che occorre vedere e rivedere, penetrare e meditare (Theoresantes: lo stare osservando). Un dramma da mettere sotto gli occhi di tutti. Anche ai nostri questa sera”.
La croce di Cristo è una manifestazione divina che interpella drammaticamente, nel suo intrico di elementi in contrasto, anche l’oggi, come 2000 anni fa. “La Croce dice dell’Onnipotente impotente, di uno sconfitto Vincitore. Nei primi secoli dell’arte cristiana e per tutto l’Alto Medioevo sulla Croce veniva rappresentato il corpo di Cristo già glorioso, nel Crocifisso già si intravedeva il Risorto”. Il Crocifisso non è quindi segno di una sconfitta irrimediabile, ma “albero della vita” vera. “Nella società del virtuale, dell’immagine, dell’apparenza, questa “carnalità” del divino sorprende e quasi scandalizza. Eppure è la cifra distintiva del cristianesimo. Passio Christi, passio hominis: l’Uomo dei dolori porta su di sé «la lunga storia del mondo e non c’è che Dio che ne possa sopportare il peso… [tutte] le scene crudeli, miserabili,… sono davanti a lui, sopra di lui e dentro di lui» (Beato Card. Newman). Ma Gesù prendendo su di Sé il dolore del mondo intero, ha voluto chiamare ciascuno di noi ad accompagnarlo. Cadendo sotto il peso della Croce, rivolge il Suo sguardo a noi e ci chiede – mistero della divina misericordia – di aiutarlo a risollevarci. La carità dei cristiani, ogni gesto con cui fanno presente per grazia l’amore di Dio per gli uomini, risolleva e accompagna Cristo sulla via del Calvario”.
L’aquila di S. Giovanni nello stemma di Alleanza Cattolica, con il cuore rosso crociato, ricorda proprio la volontà dell’associazione di seguire le orme del discepolo fedele, che seppe stare sotto la Croce e si fece instancabile divulgatore del mistero che dalla Croce medesima promana. Baciare l’anello dell’arcivescovo il 18 marzo indica la nostra volontà di aderire costantemente a Cristo ed alla sua Chiesa, in questo nuovo cammino in cui i militanti milanesi sono chiamati a percepirsi sempre più parte della comunità ambrosiana, in comunione con tutto il popolo di Dio.