Mons. Paolo Bianchi, vicario giudiziale dell’arcidiocesi di Milano, presiede il tribunale ecclesiastico regionale lombardo. Una tribuna privilegiata, dalla quale poter osservare lo stato di salute delle famiglie ambrosiane, visto che la maggior parte delle cause inoltrate riguardano annullamenti e separazioni. La sua intervista di inizio marzo sul sito diocesano offre un quadro dalle caratteristiche ambivalenti, che, accanto a segnali incoraggianti, conferma molti degli allarmi lanciati in questi mesi dall’arcivescovo card. Angelo Scola.
Spicca anzitutto la diminuzione delle cause, passate “da 591 nel 2006 (è il dato massimo) alle 362 del 2013, anche se non è un dato assolutamente positivo, come può sembrare, e nemmeno di univoca interpretazione, perché la diminuzione può dipendere dalla minore quantità di matrimoni celebrati, dalla crisi economica, da uno scarso interesse per il chiarimento della propria posizione”. E’ possibile accedere al tribunale anche gratuitamente, se si è in ristrettezze economiche.
Un altro dato positivo è l’efficienza. “L’anno scorso le cause di Prima istanza introdotte presso il nostro Tribunale sono state 161, quelle di Seconda istanza 201 (provenienti dai Tribunali Piemontese e del Triveneto): 162 sono state le cause terminate per la Prima istanza e 227 per la Seconda. Ci pare un bilancio positivo, in termini di impegno a favore della giustizia e dei fedeli”. Dati che dovrebbero far riflettere l’arcifamosa procura civile di Milano, che non può vantare un medesimo grado di adempienza e celerità, a parte quando incombono casi mediatici.
Dalla messe di cause presentate al tribunale ecclesiastico si possono desumere alcune verità, che sfatano diversi miti contemporanei, primo tra tutti quello che ritiene la convivenza l’anticamera di un matrimonio più duraturo. “In non pochi casi, alle spalle di matrimoni di cui si richiede la nullità vi sono state lunghe convivenze”. La nostra società non sopporta condizioni definitive, per cui, quando si pongono dei vincoli più stretti di quelli che l’individualismo tollera, facilmente si arriva allo sfascio del rapporto.
Per “nullità del matrimonio” s’intende che “mancavano i presupposti per un matrimonio valido, così come concepito dall’Ordinamento canonico”. I motivi di nullità più ricorrenti sono “difetti o vizi del consenso: statisticamente, soprattutto l’incapacità psichica, l’esclusione dell’indissolubilità – ossia del “per sempre” del matrimonio, così come inteso in senso cristiano – e della procreazione della prole”. Sono mali tipici dell’Occidente, frutto di un relativismo e di un individualismo radicali, che infiacchiscono il corpo sociale e conducono a quello che l’arcivescovo di Milano denuncia come “gelo demografico”.
Milano è la città in cui per la prima volta i matrimoni civili, meno impegnativi del Sacramento in chiesa, hanno superato quelli religiosi. Ai corsi prematrimoniali delle parrocchie si presentano sempre più spesso (fino al 98% in alcune località) coppie da tempo conviventi, benché abbiano in larga parte un vissuto di Fede. Mons. Bianchi non sa se piangere o gioire della diminuzione delle cause matrimoniali presso il suo tribunale, perché può indicare un’immaturità catechetica degli stessi credenti.
Tuttavia, la Lombardia offre un numero massiccio di casi in controtendenza, come il permanere di una visione della famiglia e del lavoro tutto sommato tradizionali. Se le città più grandi appaiono maggiormente influenzate dalla cultura secolare, anche in Milano stessa esistono ampie sacche di resistenza, che hanno come caposaldo le parrocchie più vivaci e la rete creata dalle cellule dei movimenti. Il registro delle coppie di fatto è stato preso d’assalto solo dai VIP, mentre le affollate veglie delle Sentinelle in Piedi, a difesa della famiglia tradizionale, sono il segno di una presenza importante di sostenitori della libertà e della famiglia. Accanto a famiglie cattoliche prolifiche e felici, esistono persino casi di persone rimaste eroicamente fedeli ad un’unione fatta naufragare da uno dei due coniugi. Tutte situazioni che inducono alla speranza e che convalidano la dottrina cattolica di sempre sul Sacramento del matrimonio. Questo il bagaglio che si porteranno dietro i vescovi lombardi al Sinodo straordinario sulla famiglia.