Ed ecco di nuovo i giorni in cui il morello cambia in rosso. I giorni in cui anche il più oscuro dei parroci di montagna ha diritto ai suoi 12 “Kyrie eleison” ed al suo “Osanna”. I giorni mirabili dei Vesperi solenni, delle campane a martello, degli altari nudi e dei santi muti. Fino al grido del Sabato: “Cristo è risorto!”. Alessandro Manzoni (1785-1873) ha reso molto bene il fremito di quel momento in uno dei suoi celebri Inni sacri: “Via coi palii disadorni/ lo squallor della viola./ L’oro usato a splender torni:/ sacerdote, in bianca stola,/ esci ai sacri ministeri,/ tra la luce de’ doppieri,/ il Risorto ad annunziar”.
La Settimana Santa è tempo di silenzio e riflessione. Pertanto questa rubrica decide di dare la parola ad una bella meditazione di mons. Inos Biffi, dottore della Biblioteca Ambrosiana di Milano, che, prendendo spunto dalla Messa della processione della Domenica delle Palme, descrive in poche, efficacissime parole tutto il senso del tempo liturgico che comincia.
“Con la memoria dell’unzione nella cena di Betania (Domenica delle Palme, Messa del giorno) e dell’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme (Messa della processione) apriamo la Settimana Santa, quella “Autentica”o principale di tutto l’anno liturgico. Oggi rinnoviamo l’accoglienza del Signore benedetto, con la volontà sincera di condividere tutti i suoi misteri: di salire con Lui a Gerusalemme, per portare a compimento le Scritture, e col proposito di non ritrarci neppure di fronte alla croce.
Infatti la regalità di Cristo apparirà sulla croce, dove l’umiliazione sarà esaltata e diventerà principio di salvezza: “Tu hai mandato” – diciamo nel prefazio – “Gesù, tuo Figlio, a salvarci perché, abbassandosi fino a noi e condividendo il dolore umano, risollevasse fino a Te la nostra vita”. Siamo chiamati anche noi a prendere parte alla condizione regale di Cristo, ma conseguiremo “la palma della vittoria” (orazione ad inizio dell’assemblea liturgica) se gli andiamo incontro con fede, con l’impegno di non abbandonarlo e non rinnegarlo poi, se porteremo “frutti di opere buone” (orazione a conclusione della liturgia della Parola).
La Chiesa aspetta questa comunione con il trionfo del Signore e lo invoca accoratamente alla Comunione: “Tu che salisti sul monte, tu che spirasti in croce, tu che gustasti la morte, tu che glorioso regni, guida la santa tua Chiesa fino al convito eterno”. Cristo stesso ha promesso che mangeranno e berranno alla sua mensa quelli che avranno perseverato con Lui nelle sue prove. La Settimana Santa è la settimana delle grandi prove del Messia, dello Sposo, e della Chiesa con Lui” (mons. Inos Biffi, Settimana santa ambrosiana, Centro Ambrosiano, Milano 1993, p. 8).
Michele Brambilla