Gli ultimi mesi ci hanno abituato a uno scenario non particolarmente incoraggiante sul fronte della battaglia contro la famiglia portata avanti dai portavoce dell’ideologia del gender. L’avanzare del “pensiero debole” che pretende di diventare “pensiero unico” comincia, inoltre, a darci qualche assaggio di quelle grandi e piccole “persecuzioni” che noi cristiani possiamo subire nei nostri ambienti. Sembra che abbiamo proprio il diritto a deprimerci un po’, se poi smettesse pure di piovere… Il numero di gennaio – marzo di Cristianità, invece, comincia con la gioia. La gioia del Vangelo, Evangelii Gaudium. Se avessimo avuto qualche dubbio, papa Francesco ci riporta subito in carreggiata, attraverso il commento di Massimo Introvigne, e, con il suo stile che non la manda a dire, ci rimanda al nostro gioioso dovere: «un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale».
Niente faccia da funerale, quindi, neanche davanti alla considerevole mole dell’esortazione apostolica più lunga della storia. Il commento di Introvigne (L’esortazione apostolica Evangelii gaudium. «La nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore», p. 1) sintetizza e coglie i punti essenziali dell’opera dedicata all’evangelizzazione e che chiude simbolicamente l’anno della fede. Introvigne ci mette, però, in guardia da una lettura frettolosa e parziale. Sarebbe fin troppo facile estrarre dal documento questo o quel paragrafo con cui ci sente più in sintonia e tralasciare il resto. Dobbiamo, invece, considerare l’architettura che Francesco ha voluto dare al testo. Dopo l’introduzione, in cui il Papa parla della gioia come condizione dell’evangelizzazione («Perché, se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri? »), il testo è diviso in cinque parti. Innanzitutto scopriamo come il cristianesimo o è missionario o non è cristianesimo, vediamo poi gli ostacoli che si frappongono oggi alla missione, studiamo le modalità della nuova evangelizzazione, ne esaminiamo le conseguenze sociali e, infine, affrontiamo alcune riflessioni circa lo spirito della nuova evangelizzazione. In quest’ultima parte il Pontefice riflette sul motivo ultimo del nostro annunciare la buona notizia: «In definitiva, quello che cerchiamo è la gloria del Padre». E facendo questo possiamo trasformare la missione in una «fonte di una gioia superiore», e sentirla «non come un obbligo, non come un peso che ci esaurisce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia e ci conferisce identità».
Il secondo contributo del numero 371 di Cristianità (Contro il «Padrone del mondo». Papa Francesco da Benson a Chesterton, p.31) è dedicato a un piccolo ciclo di omelie tenute da papa Francesco a Casa Santa Marta e dedicate al nuovo totalitarismo e al “pensiero debole”, articolazione filosofica del relativismo. In queste omelie Francesco valorizza due autori, entrambi convertiti dall’anglicanesimo al cattolicesimo, entrambi rivelatisi profetici nelle loro opere, Robert Hugh Benson, autore de Il Padrone del mondo e Gilberth K. Chesternon (citato in relazione alla sua nozione di parole cristiane impazzite). Il relativismo, presentato come elemento di libertà («Io penso come mi piace»), è in verità tutto il contrario: è l’anticamera di quel «divieto di adorazione» di cui parla il Libro di Daniele e che sta costringendo i cristiani in tutto il mondo, a diversi livelli, a rinunciare ai segni religiosi e a relegare la religione al privato, proprio come vorrebbe il “Padrone del Mondo”, cioè il diavolo.
Segue a pagina 35 il bel resoconto del convegno organizzato da Alleanza Cattolica lo scorso 5 ottobre a Milano dal titolo Ideologia del gender, omofobia ed unioni civili omosessuali. Un itinerario contro la famiglia. In questa occasione è stato presentato il manifesto redatto dall’associazione su Unioni di fatto e omofobia: cinque punti fermi, ricordando che riconoscere le unioni di fatto, comprese quelle omosessuali, danneggia la famiglia; che le unioni civili sono l’apripista per il matrimonio e per l’adozione omosessuali; che le proposte di legge sull’omofobia mettono in pericolo la libertà di espressione e di religione. Si sottolinea, inoltre, che le violenze contro gli omosessuali vanno condannate senza riserve e punite severamente, ma a questo scopo non vi è bisogno di nuove norme poiché le leggi in vigore puniscono già ogni aggressione all’integrità della persona e alla sua sfera morale, prevedendo anche l’aggravante dei motivi abietti. I contributi dei relatori hanno toccato i diversi aspetti della questione, dandone un quadro il più possibile completo, partendo dalle origini dell’ideologia del gender, analizzando quindi il quadro europeo e riflettendo sulle prospettive per l’ordinamento italiano. Dopo l’intervento di Tugdual Derville, portavoce della Manif pour tousfrancese, il presidente del Forum delle Associazioni Familiari ha auspicato che questa iniziativa possa mettersi in movimento anche in Italia, come di fatto sta avvenendo in questi mesi.
Pagina 43 ci porta il racconto di un altro convegno, organizzato da 16 associazioni cattoliche torinesi il primo dicembre 2013 dal significativo titolo Sì alla famiglia. A dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che il tema che ci deve stare a cuore in questo momento è quello della famiglia, questo numero ospita anche una Lettera pastorale della Conferenza Episcopale Slovacca («Proteggiamo i bambini dalla pericolosa ideologia di genere», p. 61) dedicata a chi soffre maggiormente per la attacco alla famiglia e all’identità. «Così come la Famiglia di Nazaret ha protetto il bambino neonato fuggendo in Egitto,» dicono i Vescovi «anche noi dobbiamo tutelare a ogni costo il sano sviluppo di tutti i bambini e proteggerli dalla pericolosa “ideologia di genere”».
Altri due temi interesseranno di sicuro i lettori di questo numero invernale. Innanzitutto, La beatificazione di Rolando Rivi (p. 45), un profilo a cura di Marco Calzolari del seminarista quattordicenne ucciso in odium fidei nel 1945 da un gruppo di partigiani tra le colline reggiane. La cerimonia di beatificazione del giovane martire si è tenuta il 5 ottobre 2013 a Modena, presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cui intervento è pubblicato a p. 53.
L’altra tematica che questo numero ci permette di approfondire è quella della Massoneria (La Croce e il compasso. A trent’anni dalla Dichiarazione vaticana sulla massoneria, p. 39). Un convegno tenutosi a Ferrara lo scorso 19 ottobre ha ricordato il trentennale di quella Dichiarazione che vieta ai cattolici l’appartenenza alla massoneria, a motivo del “metodo” proprio delle logge, che rifiuta i dogmi e l’esistenza di princìpi oggettivi, immutabili e non negoziabili e quindi si mostra, in definitiva, relativistico.
Da ultima, la sezione Ex Libris ci regala due preziose recensioni. Se non è già stato spunto per i regali di Natale, Lo spirito del Natale di G. K. Chesterton, a cura di Maurizio Brunetti, è una gustosa lettura per tutte le stagioni. Tra pudding, tacchini e poesia, la semplicità della teologia del Natale dall’autore delle I racconti di padre Brown. Infine,I(r)rispettabili. Il consenso sociale alle mafie, di Alfredo Mantovano e Domenico Airoma, tratta dell’anamnesi, diagnosi e terapia del controllo sociale delle associazioni mafiose.
Augurandovi buona lettura e un buon inizio di Quaresima, proseguiamo la nostra settimana di lavoro con Gioia, cercando di non essere tra quei «cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua».
Costanza Albè