Monta la polemica attorno alla progettata mensa “di gala” per i poveri nel quartiere di Greco. Il card. Scola rilancia, per bocca di un suo vicario, il senso profondo della proposta: restituire la dignità al povero seguendo un preciso apostolato d’ambiente.
Giovedì di fuoco, quello di mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura e la carità. Il 6 novembre deve recarsi a rappresentare la Curia arcivescovile in un dibattito pubblico nel quartiere di Greco, dove un comitato di cittadini, Greco in Movimento, sostenuto da alcuni consiglieri leghisti e di Forza Italia, ha contestato la realizzazione del progetto “Refettorio Ambrosiano”.
Spiega il sito ufficiale di Rai EXPO:
“Un teatro in disuso nel quartiere Greco di Milano diventerà un refettorio per i giovani a pranzo e per i poveri la sera. E, secondo indiscrezioni, Papa Francesco potrebbe far visita alla mensa nel corso di Expo 2015. Il progetto, nato da un’idea dello chef Massimo Bottura e sostenuto da Davide Rampello, responsabile eventi Expo, è stato illustrato alla presenza del cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, monsignor Luca Bressan (…) e Giuseppe Sala, commissario unico del Governo per Expo 2015. Il surplus alimentare dei padiglioni di Expo sarà utilizzato da quaranta chef di fama internazionale che cucineranno per i bisognosi, utilizzando le materie prime a disposizione. (…) Le eccellenze della cucina internazionale, dell’arte e del design sono state coinvolte dal curatore del palinsesto degli eventi Expo, Davide Rampello, per rendere l’ambiente non solo accogliente, ma esteticamente ricercato e destinato a durare nel tempo. Terminata la funzione prevista nel periodo di Expo, la struttura continuerà a svolgere una funzione sociale in uno dei quartieri multietnici della città”.
L’edificio prescelto è l’ex-teatro parrocchiale di S. Martino in Greco, comunità costretta, come molte altre, a riqualificarlo. Accanto sorgeranno alloggi per i bisognosi.
Tuttavia, il timore di vedere Greco presa d’assalto da rom ed altre persone a rischio, in una situazione già di per sé delicata (“Greco è sempre stato generoso e accogliente con i bisognosi, non si è mai opposto alle iniziative di Fratel Ettore, o ai rifugiati ospitati in via Sammartini e via Stella. Il suo limitato territorio non è però più in grado di sostenerne altre“), ha spinto Greco in Movimento a protestare. L’anonima vandalizzazione del citofono della Caritas parrocchiale di S. Martino, imbrattato di vernice, si colloca in questo clima surriscaldato.
Non appena é venuto a conoscenza dell’episodio, il card. Scola ha richiamato tutti al principio di realtà:
(“Il grande nemico dell’amicizia civica è l’ideologia”). “Bisogna che tutti insieme ci dedichiamo a mettere prima di tutto il bene comune, dal momento che dobbiamo vivere insieme anche agli immigrati che arrivano. (…) La paura la si capisce soprattutto nella fase difficilissima che il Paese e la città stanno attraversando, ma si batte dandoci delle ragioni, non contrapponendoci in una maniera che finisce per diventare sterile. (…) Si è trattata di una scelta meditata e ponderata con tutti e non certo piovuta dall’alto”.
Greco in Movimento accusa infatti la Caritas diocesana di scarsa trasparenza sia nella comunicazione che nella realizzazione del progetto. E’ stato lo stesso comitato di Greco, però, a ritrovare la via del dialogo e a contattare l’arcivescovo, il quale invia la sera del 6 novembre mons. Bressan. Il vicario arriva soprattutto per ascoltare. Nonostante le premesse dei giorni precedenti, il dibattito si svolge in maniera partecipe ma ordinata, lasciando a tutti la possibilità di intervenire.
Mons. Bressan si rifà alla sostanza del progetto:
“Il Refettorio non sarà una mensa, ma un luogo dove tutti impariamo a mangiare insieme, ci educhiamo a vicenda, attraverso il cibo e la cultura creiamo legami ed umanità”.
La sala avrà dei posti limitati, non dei tavoloni anonimi ed interminabili, proprio per evitare dinamiche di massa spersonalizzanti ed incontrollabili. La struttura non esclude inoltre la comunità locale, ma, anzi, sarà disponibile anche per gli incontri e le agapi della popolazione.
L’idea è che chi approderà a Refettorio Ambrosiano dopo un po’ “non ne abbia più bisogno”, perché si è riscattato grazie anche alla dignità che trasmette il tonus del luogo, decorato da artisti come Mimmo Paladino. Quasi un apostolato d’ambiente alla Plinio Correa de Oliveira (1908-95), che rifletté molto su come il contesto sociale e culturale plasmi la persona, indirizzandola verso il bene o il male.
“Nella misura in cui favoriscono costumi buoni o cattivi, (gli ambienti) possono opporre alla Rivoluzione le mirabili barriere della reazione, o almeno dell’inerzia” (Rivoluzione e controrivoluzione, cap. XI).
L’assemblea, ovviamente, non risolve tutta la questione in un colpo solo, ma allontana la fase più aspra della contestazione. Greco esce dall’incontro comunque pacificata, con uno sguardo positivo sul futuro.
La domenica successiva coincide, tra l’altro, con la festa patronale della parrocchia. S. Martino di Tours, contemporaneo di Ambrogio, dovette la sua vocazione alla condivisione del mantello con un povero, che altri non era se non Cristo stesso. La sua vicenda personale è un’ulteriore stimolo a meditare sul carattere peculiare della carità cristiana, che non è filantropia ostentata, ma annuncio profondo dell’amore di Dio per ogni uomo.
Michele Brambilla