L’arcivescovo di Milano porta personalmente la benedizione natalizia nei condomini di Baggio e nelle case ALER della parrocchia cittadina di S. Galdino. Un gesto antico che si carica di novità.
C’è un gesto, che sta già facendo Storia, che accompagna le visite pastorali di questo Avvento. Il card. Angelo Scola non si accontenta di celebrare la Messa nella chiesa parrocchiale, ma, ad imitazione dei parroci, si reca fisicamente nelle case dei fedeli, incontrandovi gli abitanti più disagiati. Lo fa il 22 novembre a Baggio, quartiere popoloso ad ovest della cinta cittadina, e lo ripete giovedì 26 nella circoscrizione parrocchiale di S. Galdino, in via Salomone.
Sono giorni di gravi tensioni attorno all’abitare. In via Quarti, ma anche altrove, l’arcivescovo è accolto dagli striscioni e dalle petizioni di chi è in regola e di coloro che non nascondono il loro essere abusivi. Il card. Scola s’appella a tutta la cittadinanza:
“Siete, siamo nella prova, in modo specifico in questo quartiere, per la situazione della casa a cui ogni famiglia ha diritto. Vi chiedo – scandisce il Cardinale, rivolgendosi agli abitanti che sono ormai una piccola folla e anche a chi si affaccia dai balconi – di stare uniti, di vincere la tentazione di cedere alla violenza, di essere solidali in modo da scegliere ogni giorno la cosa più difficile, il bene e non il male, ma chiediamo anche, alle Istituzioni, di farsi carico del problema della casa. Ho nel cuore di abbracciarvi a uno a uno e dirvi, ‘non scoraggiatevi’. In questi quartieri si fa il nuovo milanese, pensate alla bellezza di questi ragazzi che fondano la nostra speranza. Vi porto la solidarietà profonda di Dio”.
Ma l’arcivescovo è in quelle vie soprattutto per ripetere l’antico gesto della benedizione natalizia. La tradizione fu inaugurata da S. Carlo Borromeo, ma venne ben poco imitata personalmente dalla maggior parte dei suoi successori. Si potrebbe citare l’eccezione del card. Carlo Maria Martini, protagonista di incursioni serali presso le famiglie sostenute dalla carità dell’arcivescovo (lo ricorda un’apposita cassetta delle offerte tra le navate del Duomo), ma in quel caso si trattava di visite private, compiute nella segretezza più assoluta e con intenti di solidarietà soprattutto materiale, pur non essendovi ovviamente disgiunto il valore religioso.
I condomini di grigie case popolari assistono così al dipanarsi di un evento semplice quanto significativo. Il card. Scola, accompagnato da mons. Carlo Faccendini e dal parroco, suona di persona il citofono degli abitanti, percorre, come un sacerdote qualsiasi, le lunghe scale fino ai piani più alti (l’ascensore si inceppa persino in quelle ore), inseguito dalla torma dei bambini incuriositi. Ed è subito una gara ad offrire dolci, confidenze e scorci di vita quotidiana. Davanti all’arcivescovo appare uno spaccato vivido della Milano che fu e che è ancora. Vegliarde dalla fede granitica, famiglie lombarde semplici e laboriose, ex-immigrati dal Sud ora perfettamente integrati nelle loro nuove parrocchie e perfino un nucleo musulmano, che lo ospita ugualmente con grande rispetto.
Nel comprensorio Case Bianche vive una comunità di suore delle Piccole Sorelle di Charles de Foucault, che, quando furono sfrattate nel 1977 da via Zama, si portarono dietro una statua della Madonna. La Madonnina orna oggi il cortile del palazzo, in una nicchia che ricorda le centinaia di cappelle votive sparse in Milano e nelle cascine del contado, davanti alle quali continua incessante l’accensione di lumini e la deposizione di fiori.
Il card. Scola non manca di onorare anche Lei. Stretto sotto l’ombrello, recita un’Ave Maria assieme ai bambini. Quindi va a pregare il Figlio nel Tabernacolo della parrocchia di S. Galdino (l’arcivescovo del Carroccio “originale”, AD 1176…). Bambini ed adulti avranno ancora modo di festeggiarlo in oratorio: ora ascoltano l’arcivescovo ricordare che Gesù eucaristico è il perno attorno al quale si costruisce la comunità.
I veri incontri si fanno nel nome di un’identità chiara. Mentre molte scuole milanesi cancellano i presepi, l’arcivescovo fa risuonare nel salotto di Mohamed, che non obbietta nulla, le parole del Padre nostro. Il Natale è un Dio che s’incarna per amore anche del seguace di Allah.