Milano è sempre stata e sarà, per la sua natura cosmopolita, piena di contraddizioni. Al magnifico Duomo, iniziato nel 1300 e terminato nel XX secolo, si affiancano progetti di arte moderna, quanto meno discutibili. Uno di questi è sicuramente la scultura “Four Sentinels” che già al momento della posa ha provocato reazioni. I motivi? diciamo che sono sotto l’occhio di tutti… anche dei minori. Abbiamo dunque intervistato Giovanna Invernizzi, milanese, studentessa di Economia alla Bocconi, in merito alla mozione che ha presentato come consigliere di zona 5, per la rimozione della scultura di Gavin Kenyon dai giardini di corso Indipendenza.
Giovanna, le immagini non sembrano lasciare dubbi su cosa rappresentano, ma l’autore nega, come da copione. Immagino che qualcuno abbia valutato la scultura. Sai dirci come è arrivata in corso Indipendenza, qual’è la sua storia?
L’artista è arrivato a Milano a fine giugno. Insieme al team di Zero, galleria d’arte contemporanea milanese, Gavin Kenyon ha visitato diverse zone della città. Poiché la galleria ha sede in viale Premuda, sono state compiute diverse perlustrazioni nei dintorni. Nello specifico, Kenyon fin da subito ha notato i giardini di corso Indipendenza perché si presentano come una zona a sé stante, il luogo ideale “per far sì che Four Sentinels si integrasse, diventasse parte della vita di tutti i giorni di chi abita qui”, a detta dell’artista.
Per quasi due mesi Gavin ha lavorato in un grosso capannone vicino a Piacenza, spazio che è stato adibito a suo studio temporaneo. Kenyon ha espresso la necessità di sperimentare su una scala diversa da quella consentita dagli spazi della galleria, da qui la richiesta agli uffici del comune di porre la scultura in corso Indipendenza. Il Comune ha dunque concordato con i curatori della galleria l’installazione dell’opera, fino al 20 Gennaio.
Dal tuo osservatorio politico, puoi dire che la gente comune ha apprezzato l’opera o piuttosto ne è rimasta turbata?
Le reazioni dei passanti si dividevano tra incredulità e sdegno. Il turbamento maggiore arriva dai residenti della zona, i quali richiedono da parecchio tempo una maggiore attenzione alla sicurezza urbana.
Molti si sono sentiti turbati dal riferimento della scultura a forme falliche, specialmente quanti passano abitualmente in corso indipendenza con bambini.
Se gli abitanti della zona avevano bisogno di più sicurezza, non è con queste “Four Sentinels” che la situazione si risolve. Esistono priorità e le scelte vanno prese sempre con coscienza. Sembra che questa amministrazione si accontenti sempre di mostrare il peggio.
Raccontaci da dove nasce la tua mozione e quali sono i prossimi passi?
La mozione chiede agli uffici comunali di competenza la rimozione dell’opera, allocandola all’interno di una mostra di arte contemporanea, liberamente visitabile (pagandone il biglietto), ma che non imponga la obbligatoria fruizione all’interno di un giardino, frequentato quotidianamente anche da minori. Questo sulla base dell’articolo 21 della Costituzione Italiana che stabilisce che siano vietate le manifestazioni contrarie al buon costume e che le violazioni vengano represse.
La scultura Four Sentinels rappresenta un’opera di pura provocazione e con un profilo sensazionalistico fine a sé stesso, in palese violazione al buon costume, inteso come punto cardine del nostro ordinamento e, più semplicemente, al buon gusto nei confronti dei cittadini.
E dopo che la scultura verrà smantellata, che cosa ne sarà?
I curatori della galleria d’arte Zero vorrebbero presentare “Four Sentinels” anche altrove. Magari durante la sua prossima mostra istituzionale a Firenze, al Museo Marino Marini, ad aprile del 2015.
Conseguentemente all’esposizione dell’opera, a Milano è stata esposta un’altra statua con soggetto che abbraccia una bambola gonfiabile, nel breve tempo ritirata.
Ci auspichiamo che “Four Sentinels” non incoraggi più intuizioni artistiche di questo calibro.