Capodanno, l’importanza della costruzione di ambienti e l’esempio indimenticabile di Enzo Peserico.
Anche quest’anno a Capodanno gli amici di Alleanza Cattolica si ritrovano per una vacanza insieme. Sono trascorsi ormai 15 anni da quel Capodanno 2000 a Re, in Val Vigezzo, quando in quella valle innevata abbiamo salutato il Nuovo Millennio. Un ricordo indelebile, per chi c’era. In quell’occasione abbiamo toccato con mano quanto è bella la nostra compagnia, come stiamo bene insieme, quante cose importanti possiamo fare, in una vacanza dove troviamo il tempo di stare insieme in allegria, ricordare la bellezza del nostro apostolato, vistare luoghi significativi, pregare e adorare Nostro Signore, cantare i canti della nostra tradizione, persino improvvisare pièce teatrali. O anche solo sorseggiare un liquore nel salottino dell’albergo, chiacchierando amabilmente con ottimi amici.
Da quel Capodanno del 2000 la buona abitudine si è perpetuata: non solo Val Vigezzo, ma anche Assisi, Folgaria, Lago di Garda, Foligno, Napoli, Verona. L’anno scorso è stato organizzato un pellegrinaggio molto significativo in Terrasanta, quest’anno andremo a Lecce.
Inevitabilmente il pensiero corre subito a Enzo Peserico, animatore delle nostre iniziative di Capodanno. Come scrive Marco Invernizzi nella prefazione al suo libro “Gli anni del desiderio e del piombo” (Sugarco, 2008):
«Queste realtà nascono in qualche modo tutte dalla sua riflessione sul Sessantotto. Enzo sapeva che quella Rivoluzione culturale aveva colpito soprattutto le famiglie e i giovani e così a giovani e famiglie dedicherà gli ultimi dieci anni della sua vita. Il suo impegno nasceva certamente dallo studio e dall’analisi, storica e culturale, ma anche dalla consapevolezza che la rivoluzione del Sessantotto si era radicata soprattutto nelle tendenze delle persone e dunque comportava la costituzione di ambienti, dove queste tendenze potessero essere rieducate, anche attraverso l’esempio.»
Come ha ricordato Andrea Arnaldi, in occasione di un ritiro a Modena dedicato proprio a Enzo Peserico:
«Per Enzo anche le vacanze erano occasione di evangelizzazione. Se apostolato culturale vuol dire che la fede deve diventare cultura, anche la vacanza è un’occasione per contribuire a diffondere la cultura cristiana, a diffondere una mentalità conforme al Vangelo.»
La società è coriandolare, liquida? Allora dobbiamo reagire e ricostruire il tessuto sociale. Bisogna creare ambienti e favorire ogni occasione di amicizia. Enzo è stato chiamato al Cielo proprio il 1° gennaio 2008, al termine di un incontro di Capodanno. Mentre aggiorno la lista dei partecipanti e preparo il programma delle giornate, inevitabilmente il mio pensiero corre a lui, ricordando quanto ha fatto per noi. E’ un dovere fare tesoro del suo insegnamento. Come ha scritto Massimo Introvigne, siamo
«Certi di ritrovare Enzo, testimone della speranza che salva, non solo al termine della nostra vita ma da ora e da subito accanto a noi, con una presenza che nella comunione dei santi non è illusione, sentimento o fantasia, ma vita e realtà.»
Enzo, sarai con noi anche a Lecce, quando renderemo onore ai Martiri di Otranto, quando vedremo le bellezze dell’arte e della cultura del Salento, ma soprattutto quando sorrideremo agli amici, quando scherzeremo con loro, quando gusteremo quanto è bella la nostra compagnia.
Susanna Manzin