A qualche settimana dal convegno “Difendere la Famiglia per difendere la Comunità” abbiamo intervistato Massimiliano Romeo, Capogruppo della Lega Nord in Regione Lombardia e primo firmatario della legge regionale che istituisce la giornata della famiglia. Come l’Assessore Cappellini ha resistito alle pressioni, alle intimidazioni, di coloro che avrebbero voluto che il convegno non si svolgesse, definiti dal Presidente Maroni “quattro pirla”. Nella bagarre scatenata dai media, Massimiliano Romeo, ha saputo riportare il centro della discussione la famiglia con tanto buon senso e tanta passione.
Siamo stati spettatori di una straordinaria mobilitazione dei media contro il convegno “Difendere la Famiglia per difendere la Comunità”, ma allo stesso tempo di un’altrettanta straordinaria mobilitazione del “popolo della famiglia”. Ve lo aspettavate?
Sì ce lo aspettavamo, date le polemiche alimentate ad arte nei giorni precedenti. Per 14 giorni consecutivi tutti i quotidiani hanno dato risalto all’iniziativa, seppur definita in maniera errata quale “convegno anti-gay.” Possiamo dire che, per quanto riguarda l’attenzione mediatica dell’evento, la sinistra ci ha fatto un favore.
Le luci intorno al convegno si sono spente, ma ogni volta che si parla di famiglia si alzano gli steccati. L’operazione dei promotori “delle famiglie” è quella di mettere sullo stesso piano la famiglia naturale con le convivenze, ma c’è un confine. Casa ne pensa in merito?
Penso che il confine esista da sempre ed è stato posto non dall’uomo ma dalla natura. In altri termini: il matrimonio può essere solo quello fondato sull’unione tra un uomo e una donna. Inoltre ogni cittadino deve avere la libertà di poter esprimere questo concetto. La legge Scalfarotto, in via di approvazione, prevede fino a 6 anni di galera per chi oserà dire che il matrimonio è solo quello fra uomo e donna o per chi oserà affermare che solo una coppia eterosessuale dovrebbe poter adottare un bambino. La stessa libertà di espressione è a forte rischio, sacrificata sull’altare del pensiero unico relativista.
Si da per scontato che l’uomo della strada sappia cosa si intende per “unioni civili”, ma in realtà, quando si declinano i contenuti le risposte sono sorprendenti. Se si parla di generici diritti per le convivenze siamo più o meno d’accordo nel riconoscere la necessità di normarli, se però in questi diritti è compresa l’adozione per le coppie omosessuali, il 70% degli italiani risponde che non è d’accordo. Crede sia opportuno ripetere l’esperienza del convegno sul territorio, informando l’uomo comune con incontri, eventi?
Non solo si tratta di una esperienza da ripetere, ma ritengo fondamentale ogni evento ed ogni attività che abbia l’obiettivo di informare in maniera corretta i cittadini su questo tema. Il presidente Roberto Maroni ha già annunciato un “Forum della Famiglia” da tenersi durante l’EXPO. Naturalmente il PD e la sinistra hanno immediatamente chiesto al Governo di bloccare ogni iniziativa in tal senso, ma non ci facciamo intimorire. I cittadini hanno il diritto di conoscere la verità e i provvedimenti liberticidi che stanno per approvare in Parlamento. Dal punto di vista comunicativo giudico inoltre particolarmente efficaci le pacifiche manifestazioni delle “Sentinelle in piedi”.
Parliamo della giornata della famiglia istituita dalla Regione Lombardia di cui Lei è stato il primo firmatario. Come la immagina?
Vorrei che fosse una giornata di festa per tutti, senza inutili contrapposizioni ideologiche o di partito.
Grazie ancora e come abbiamo già detto “avanti tutta”!