EXPO si approssima, con il suo carico di fedeli cristiani di altre nazionalità che visiteranno le navate milanesi. Ciò non bastasse, Papa Francesco ha indetto un Giubileo straordinario (8 dicembre 2015-20 novembre 2016) incentrato sulla misericordia divina.
Il Duomo di Milano spicca nel panorama ecclesiale per la presenza di confessori a tutte le ore del giorno. E’ una caratteristica per la quale bisogna ringraziare, ancora una volta, S. Carlo Borromeo.
I confessori del Duomo tengono un incontro plenario biennale con l’arcivescovo. Quest’anno non si può non pensare ad un aggiornamento linguistico. La riunione, infatti, verte anzitutto sulla preparazione di EXPO, durante la quale il Duomo rafforzerà il servizio di confessioni in lingua straniera. Tuttavia, è anche un momento di riflessione sul Sacramento tout-court, specialmente in tempi in cui un direttore di giornale senza scrupoli riesce ad infilare un registratore nei confessionali tramite una giornalista “cattolica adulta”, convinta di partecipare ad una crociata della “Chiesa dei poveri”.
Cosa significa, quindi, confessare i penitenti di oggi?
“Occorre domandare la grazia di ascoltare il grido silenzioso dei nostri fratelli, di non essere superficiali nei confronti del tanto dolore che ci circonda”,
perché di dolore si tratta, come puntualizza il card. Angelo Scola già durante la Via Crucis di martedì. La smania di divertimento ottunde nelle persone la capacità di comprendere dove sia il bene ed il male, ma alla lunga lascia il passo a sentimenti di vuoto e noia esistenziale, perché il consumismo e l’ideologia libertaria non dicono nulla delle domande fondamentali dell’uomo.
Il confessore si ritrova, quindi, ad essere un ricostruttore di anime devastate, alle quali non può, però, nascondere la verità, perché sarebbe un’ulteriore mancanza.
Ha fatto rumore il caso del parroco di Arosio, il quale ha dovuto dire ad un omosessuale che frequentava l’oratorio che, con tutto il rispetto umano, non poteva rinunciare a predicare la dottrina cattolica sulla famiglia. Libero l’interlocutore di proseguire “la mia battaglia contro la Chiesa” (ti chiedi, allora, perché insista ad entrare nel bar dell’oratorio), ma altrettanto libero don Angelo Perego di ospitare ancora in parrocchia un convegno contro il gender il 27 marzo. Questo il tipo di misericordia che i penitenti incontrano ed incontreranno nei confessionali del Duomo.
Quanto alla questione famiglia, il card. Scola incontra sabato 14 marzo i fidanzati cattolici. In un contesto in cui calano drasticamente i matrimoni religiosi, l’arcivescovo propone una preghiera a Maria, “Madre del bell’amore”.
“Il bell’amore non è un’idea astratta, ma la persona di Gesù, bellezza visibile del Dio invisibile”,
che in Maria si è fatto uomo, venendo a condividere tutto, eccetto il peccato, dell’umanità. Tanti matrimoni in chiesa falliscono perché non solo
“tutti vivono l’amore secondo una dimensione romantica – qualcosa che riguarda me – e non vedono il bene sociale che tutto questo produce”,
ma, e per la Chiesa è ancora più rilevante, nelle coppie si ignora in partenza “cosa Dio abbia da dire” a riguardo. E’ la scissione completa tra affettività, amore e conseguenze sociali inoculata dal Sessantotto. Ecco perché, secondo mons. Luca Bressan, bisogna rinnovare i corsi per fidanzati, senza dare più nulla per scontato.
“Se c’è un luogo di pastorale missionaria, oggi è proprio il corso fidanzati”.
Michele Brambilla