La ferocia inusitata del califfato di Boko Haram in Nigeria tende a far dimenticare che nelle aree vicine vi sono crisi consimili, caratterizzate da ondate di attentati e pogrom anticristiani. La pubblicazione, a gennaio, di nuove vignette antislamiche da parte di Charlie Hebdo ha, per esempio, scatenato la furia delle masse musulmane in Niger: nella sola capitale Niamey sono state profanate 12 chiese su 14.
Papa Francesco nomina nuovo nunzio apostolico in Niger e Burkina Faso (altro Paese a maggioranza islamica, nel quale nel 2014 è avvenuto un golpe militare) mons. Piergiorgio Bertoldi, nato a Varese nel 1963 ed ordinato sacerdote per l’arcidiocesi diVMilano nel 1988. Diplomatico vaticano a partire dal 1995, è stato in Uganda, Congo, Colombia ed ex-Jugoslavia, tutti luoghi teatro di guerre sanguinosissime. Ora è chiamato a servire la Chiesa in un altro punto “caldo” del pianeta. Il card. Angelo Scola dispone, concordemente con l’interessato ed il vescovo ordinante, che l’ordinazione episcopale di mons. Bertoldi avvenga nella chiesa principale del Seminario arcivescovile.
La basilica di Venegono Inferiore indossa quindi di nuovo il suo vestito migliore la mattina del 2 giugno, quando accoglie addirittura il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin. E’ proprio lui ad imporre le mani al nuovo nunzio, avendo come co-consacranti i cardinali Scola e Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i vescovi. L’arcivescovo di Milano fa notare che si tratta della prima ordinazione episcopale che avviene dentro la basilica del Seminario da che è stata costruita (1935), poiché gli altri vescovi tratti dal clero milanese sono sempre stati consacrati in Duomo. Nella missione particolare di mons. Bertoldi, che rappresenterà il Papa in terre di persecuzione, c’è scritta la motivazione di questa scelta singolare: rappresenta un esempio ed un monito per tutti i sacerdoti ambrosiani, perché, come dice il card. Parolin,
“Dio desidera collaboratori intelligenti, creativi, in grado di fare progredire il suo disegno nella Storia, e non freddi esecutori di ordini che non possono neppure comprendere”.
L’episcopato, come il sacerdozio,
“è un dono che risplenderà maggiormente se verrà accolto nell’umiltà e nella responsabilità che comporta”.
Il card. Scola lo ripete ai cresimandi nello stadio di S. Siro.
“Questo bel gesto serve solo se ci riporta alla radice della questione di Colui che dice, “Io sono il pane, io che obbedisco alla volontà del Padre, che tiene insieme tutto, io che mi gioco in prima persona. Se non ci fosse il Padre, noi spariremmo in questo steso momento, non saremmo mai nati. Lui è la forza e il vigore che mette e tiene insieme ciascuno di noi volendoci bene in modo unico e personale”.
Un nunzio apostolico non è mai soltanto un ambasciatore, ma è appositamente inserito nella gerarchia episcopale perché sia anzitutto un pastore, rappresentante del Pastore universale, divenendo come un anello tra le esigenze della comunità cattolica locale e l’universalità della Chiesa.
Non è necessario andare in Africa per testimoniare il Vangelo. I giornalisti chiedono al card. Scola un’opinione sulle elezioni regionali appena trascorse (31 maggio).
L’arcivescovo, conscio della malizia di molte domande, parla, senza fare nomi, di coerenza personale e lamenta il silenzio crescente dei cattolici impegnati in politica.
“I partiti politici devono trovare forme nuove e rinnovate di partecipazione e per fare questo occorre essere credibili nelle persone e nelle proposte. Credo che il fenomeno gravissimo dell’astensione, non vada tanto imputato ai singoli politici ma alla transizione inedita che identifica questo inizio di millennio. Dobbiamo chiederci chi vuole essere l’uomo del terzo millennio e la politica in Europa ne ha più che mai bisogno. Anche se la voce dei cattolici è quasi sparita”.
Il card. Scola torna sull’argomento il giorno dopo, davanti ai liceali dell’istituto Sacro Cuore di via Rombon:
“Nietzsche (Friedrich 1854-1900) diceva: sarei disposto a credere un po’ di più in Gesù se vedessi nei cristiani un volto da risorti. Ragazzi, ce l’abbiamo un volto da risorti? Il cristianesimo ridotto a riunione è la cosa più noiosa che esista al mondo: non cadete in questa tentazione e portate Cristo in ogni aspetto della vita!”.
Michele Brambilla