La difficile conciliazione tra vita attiva e vita contemplativa, tra il tempo da dedicare all’impegno di evangelizzazione e quello dedicato alla preghiera è da sempre oggetto di riflessione da parte di tanti maestri di spiritualità. “Una pausa di vera adorazione ha maggior valore e frutto spirituale della più intensa attività, fosse pure la stessa attività apostolica” scriveva san Giovanni Paolo II.
Accogliamo dunque con soddisfazione la pubblicazione, in una nuova redazione, del classico della spiritualità “L’anima di ogni apostolato” del monaco cistercense Dom Jean-Baptiste Chautard.
Tanti papi, da san Pio X fino a san Giovanni Paolo II, hanno considerato i suoi scritti un vero tesoro, che per il beato Paolo VI “ci porta a rintracciare le radici interiori dell’apostolato esteriore”.
Ma chi era Dom Chautard? Nato in Francia a Briancon nel 1858, intelligente e brillante, Gustave Chautard studia a Marsiglia e comincia una proficua attività lavorativa. Pieno di interessi sociali e politici, sembra destinato a una bella carriera quando si manifesta la vocazione religiosa: decide di seguire le orme di san Bernardo ed entra nel convento cistercense di Aiguebelle con il nome di Frère Jean-Baptiste. Si innamora della solitudine, ma le sue grandi doti di intelligenza e le sue capacità umane lo porteranno, per ordine del suo abate, ad occuparsi di gestione della foresteria, della segreteria e delle risorse economiche del monastero e persino delle relazioni con l’esterno. Il periodo è burrascoso per la Chiesa francese: vengono promulgati nel 1880 decreti che mettono fuori legge le comunità religiose, e i contatti con il mondo politico, per garantire la sopravvivenza delle comunità, sono ardui. Dom Chautard svolge i compiti che gli vengono assegnati con pazienza e determinazione: la preghiera è il suo sostegno quando deve affrontare, suo malgrado, tutti i gravosi problemi temporali dell’abbazia.
Diviene abate di Chambarand nel 1897; nell’ordine cistercense è diventato un punto di riferimento importante, tanto che gli viene affidato il delicato compito di riscattare l’abbazia di Citeaux, che come tante altre case religiose era stata confiscata dallo Stato. Riuscirà nell’impresa e nel 1898 Dom Chautard accompagna un gruppo di monaci a riprendere possesso di quella che è la madre di tutte le abbazie cistercensi.
In questo turbine di attività, si convince che la vita d’orazione deve essere tanto più intensa quanto più si viene assorbiti dal lavoro, anche da quello apostolico.
E’ proprio a fronte di queste riflessioni che comincia a scrivere L’anima di ogni apostolato. Il libro suscita subito grande entusiasmo, papa San Pio X lo legge e lo raccomanda a tutti.
Nelle edizioni successive, l’autore apporta modifiche, cambia l’impostazione generale. Era quello che oggi definiremmo un work in progress, che veniva sempre rivisto e corretto.
Dom Chautard muore nel 1935, ma il suo libro continua a diffondersi in tutta Europa, arriva anche in Cina. I monaci che hanno vissuto con lui sanno che l’autore era perennemente insoddisfatto del suo lavoro, e procedeva a continue modifiche del testo, che ha lasciato in quattro diverse versioni.
Bernard Martelet, monaco di Sept-Fons, uno dei monasteri dove ha vissuto Dom Chautard, insieme ad alcuni confratelli che hanno vissuto con lui, decide allora di riprendere in mano quei testi e realizza un’ultima edizione dell’opera, utilizzando un linguaggio più adatto ai nostri giorni ma avendo cura di rispecchiare pienamente nel contenuto la fedeltà al messaggio che l’abate aveva inteso trasmettere. Questo nuovo testo, potremmo dire semplificato e razionalizzato, è ora disponibile anche in italiano, pubblicato dalle Edizioni san Paolo nella collana “Capolavori della Fede”.
Il libro contiene anche un breve ma intenso profilo biografico di Dom Chautard.
Andrea Arnaldi