I sussidi catechistici della FOM (Federazione Oratori Milanesi) hanno sempre badato più alla grafica accattivante che alla precisione terminologica. Tuttavia, l’organismo che coordina più di 1000 oratori diocesani si è messo recentemente in luce anche per una grande capacità di analisi sociologica ed All’incontrario, il tema del Carnevale 2016 presentato al Centro Card. Schuster la mattina del 9 gennaio, coglie davvero nel segno laddove dice: “Che cosa farebbero i buoni senza i cattivi? Gli angeli senza i demoni? Il giorno senza la notte? I bianchi senza i neri? Gli uomini senza le donne? Il più delle volte gli opposti e i contrari sono tra loro complementari, necessari gli uni agli altri, in un confronto che arricchisce”.
Al di là dell’atmosfera un po’ “ying e yang” degli interrogativi, è indubbio che sesso maschile e sesso femminile siano stati creati da Dio come “contrari” che “sono tra loro complementari”, e molto bene fa la FOM a sottolinearlo. Si tratta infatti di quella unità nella diversità (Genesi 2,24: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna, e i due saranno una sola carne”) che mai come ai nostri giorni è sotto attacco da parte delle forze rivoluzionarie, soprattutto negli ambienti in cui i bambini trascorrono la maggior parte del tempo.
Fin dai secoli di Cristianità il Carnevale è sempre servito ad imbastire una sana satira dei potenti di turno. La lobby LGBT è oggi una delle formazioni più potenti e finanziate al mondo. Se il mondo carnascialesco è sempre stato un “mondo alla rovescia”, nel 2016 esso potrebbe mettere paradossalmente in scena il mondo “corretto” in opposizione al “politicamente corretto”, che normalmente ingabbia la discussione. Una semplice parata di ragazzi dell’oratorio in costume potrebbe così lodevolmente trasformarsi in una netta dichiarazione di principio da parte dell’intera comunità ecclesiale ambrosiana.
Di valori nell’agone pubblico parla anche il card. Angelo Scola nell’omelia dell’Epifania.
“Quale tipo di viaggio intendiamo fare nella nostra vita e società? Il viaggio dei pellegrini, tutti tesi a una meta che certo non risparmia contraddizioni, lotte, mali fisici e morali ma che, in qualche modo, ci riscatta perché riconosciamo che il Signore Gesù – la meta – ci accompagna, anzi, ci precede sempre sulla via? O il viaggio di turisti svagati o addirittura di vagabondi senza meta, in un mondo vissuto astrattamente come un grande paese dei balocchi alla ricerca di emozioni sempre nuove, nell’illusione che, moltiplicando indefinitamente i piaceri che per loro natura sono sempre di breve durata, si possa alla fine trovare quella gioia, quel gaudio perenne a cui il nostro cuore anela?”.
Constata che “la vita buona è oggi una merce piuttosto rara, sia sul piano personale che sociale, e va conquistata con coraggio e impegno”. Anche la Chiesa sogna un “nuovo ordine mondiale”, ma basato sulla sua dottrina sociale, di cui bisogna curare la trasmissione e l’applicazione in ogni ambiente, poiché manca la “promozione di una democrazia sostanziale non basata su un elenco astratto di diritti, ma su un ordinamento che poggi su libertà effettivamente realizzate, tenendo conto della condizione di ognuno”, come era nei Comuni medievali. Lo dice in un’Italia che sta per votare in Parlamento il ddl Cirinnà, emblema auto-evidente dell’etica dei diritti astratti.
Si può ricominciare a lottare per la legge naturale anche con un carro di Carnevale.
Michele Brambilla