L’Associazione Cristiana Lavoratori Italiani (ACLI) nacque nel 1946 per aggregare operai e contadini cattolici, senza confondersi con un’opera squisitamente sindacale, e per contrastare la diffusione dei circoli ARCI del PCI. I circoli ACLI si diffusero immediatamente in tutta la penisola, specialmente nelle aree rurali, divenendo promotori anche di numerose sagre e di momenti ricreativi per pensionati. I terribili anni ’70 hanno “mischiato le carte” (le ACLI furono una delle due associazioni che si videro ritirare gli assistenti spirituali da Paolo VI), tuttavia i circoli uscirono dalla tempesta rafforzando il proprio impegno specialmente nel sociale.
In una terra profondamente industrializzata come l’arcidiocesi di Milano le ACLI, presenti pure nei quartieri periferici della metropoli, sono di necessità una realtà molto ridotta, tuttavia i patronati ACLI sono stati attivamente coinvolti nel Fondo famiglia-lavoro ideato dal card. Dionigi Tettamanzi. Nel 2016 le ACLI ambrosiane celebrano il loro congresso, composto di 450 delegati, ed invitano l’arcivescovo regnante a tenere un discorso.
Il card. Angelo Scola esordisce complimentandosi per lo sforzo profuso nell’impresa avviata dal predecessore di fronte alla crisi economica. Annuncia che il Fondo è arrivato ormai alla “fase 3”, che implica per i patronati uno specifico impegno nel “placement, alla ricerca di posti di lavoro”. Tuttavia ciò che più gli interessa è offrire un orientamento spirituale, il cui primo punto è riconoscere che la dottrina della Chiesa rappresenta un pensiero globale su “casa, lavoro ed educazione; gli stili di vita integrali; la città metropolitana” e non può quindi essere nascosto o riservato ad alcuni settori.
Torna di conseguenza l’auspicio ad una nuova generazione di politici cattolici che sappia fare sua la dottrina integralmente e che la difenda in un contesto di oggettivo pluralismo.
“Abbiamo bisogno che i cristiani tornino a interessarsi in modo fattivo della politica, della custodia, ma soprattutto della promozione del bene comune in questa Milano che cambia”.
Quanto il cattolico opera sembra sempre “nuovo” agli occhi del mondo perché la mondanità fatica a riconoscere nella carità della Chiesa la traccia dell’unica novità autentica della Storia, Cristo risorto, che ci apprestiamo a celebrare nella Pasqua.
Dal Risorto si impara “una visione più larga” del creato e dei rapporti sociali.
“Il momento congressuale che state vivendo ha di suo una forte carica progettuale. Siete chiamati non soltanto a rinnovare cariche e di conseguenza ad eleggere persone; più ancora, siete chiamati a condividere una lettura del presente alla luce della fede cristiana, e a far nascere da questa lettura stimoli ed azioni, creando vincoli di solidarietà sempre più stretti”.