Benedetto XVI definì la Lombardia cuore d’Europa. I motivi sono tanti, come già scritto su questo sito, e pochi legati alla sua economia che sembra più il frutto di una mentalità che un punto di partenza. Di cosa stiamo parlando? Di un modo di vedere la realtà, fondato su un grande anelito di libertà, su una tradizione tanto vissuta che è indossata con naturalezza, su una vivacità religiosa (cattolica) che non ha eguali in Europa e forse nel mondo.
Evidentemente il grande attacco antropologico che la post-modernità sta portando all’uomo ed in particolare alla famiglia, in Lombardia, non poteva stare senza risposta.
La teoria del gender penetra nelle scuole, nella società qualche volta in silenzio qualche volta manifestando il suo volto e dunque la Regione Lombardia ha aperto, in via sperimentale per i primi 12 mesi, lo “Sportello Famiglia”, un call center al quale qualsiasi persona potrà rivolgersi per chiedere suggerimenti, aiuti, e anche se necessario denunciare eventuali indottrinamenti ideologici camuffati da progetti scolastici politicamente corretti.
Si leggono già le levate di scudi, dal PD Enrico Brambilla denuncia l’inutilità dell’iniziativa, ma la prova dei fatti lo smentisce clamorosamente.
Se il problema non esistesse non si capirebbe la grande mobilitazione popolare intorno al Comitato Difendiamo i Nostri Figli, non si capirebbe la forzatura istituzionale intorno all’approvazione del ddl Cirinnà, non si capirebbero le dichiarazioni di Papa Francesco sulle colonizzazioni ideologiche e via dicendo. Negare la realtà non aiuta a costruire la concordia nazionale.
Oggi il popolo pro-family ha uno strumento in più. Ricordiamo che la Regione Lombardia organizzò il 17 gennaio 2015 il convegno che portò all’attenzione del mondo il problema del gender, sponsorizzò con la scritta Family Day l’evento del Circo Massimo, non manca di sostenere le famiglie in difficoltà e i centri di aiuto alla vita del suo territorio, ma certamente il problema di fondo è la visione del mondo. Come dichiarato dal consigliere Romeo: “Vogliono creare l’uomo senza religione, senza cultura, senza famiglia e senza identità”, e sembra che i lombardi si stiano attrezzando per affrontare questa sfida.
Sarà un lavoro lungo, impegnativo, fatto di gesti clamorosi e di piccole azioni di informazione e informazione che rimangono sconosciute sul territorio, di vita famigliare vissuta giorno dopo giorno.
Lombardia, cuore d’Europa, non mollare mai!
Michelangelo Longo