“jihad – significato e attualità” edito dalle Edizioni Paoline in collaborazione con il Centro Federico Peirone, è l’ultima pubblicazione di Silvia Scaranari.
Il testo, che si articola in una introduzione e in cinque capitoli, oltre alla indicazione di una ampia bibliografia, esamina il significato del termine presente nel Corano che lo intende come sforzo sulla via di Allah e ne traccia le varie interpretazioni dottrinali come si sono sviluppate nel corso dei secoli e il suo sviluppo storico, arrivando fino ai giorni nostri.
Nella sua etimologia Jihad significa “sforzo” e nel Corano questo sforzo è teso a indirizzare, ad avvicinare, il singolo o il popolo ad Allah. Quindi uno sforzo che il fedele musulmano compie per convertirsi alla volontà di Allah includendo anche l’azione militare. Ma nella storia delle società islamiche questo termine ha assunto un significato di pratica soprattutto militare tesa a difendere e molto spesso anche ad espandere la terra dell’Islam oltre suoi confini anche con l’azione militare.
Nel tempo il termine ha quindi assunto un significato di sforzo che si traduce in atto militare e di questo termine le diverse scuole giuridiche islamiche hanno cercato di tracciane i contorni indicando chi è tenuto e come a praticare il jihad e chi ha l’autorità per proclamarlo.
Non tutte le guerre combattute da un musulmano o da un popolo islamico sono jihad. Il jihad è una guerra esplicitamente combattuta da un popolo musulmano per motivi unicamente religiosi che possono essere di natura difensiva ma anche offensiva per l’espansione della religione islamica.
L’abolizione del Califfato, quello ottomano, nel 1924 da parte di Mustafa Kemal Atatürk, è l’atto formale di disgregazione della umma islamica e condurrà nel tempo a quella che Silvia indica essere “uno stato permanente di guerra civile interna” (pag.68) all’area islamica. Questa situazione darà impulso a quelle correnti che, già presenti nei secoli precedenti, auspicano un ritorno alle origini per “riprendere una lettura integrale del Corano e ritrovare lì la forza della vittoria” (pag.70)
La nascita del movimento salafita, le differenti condizioni politiche in cui si trovano a vivere i diversi popoli musulmani causano divisioni tra i fautori del ritorno alle origini che si riflettono sia nella elaborazione dottrinale, sia nella politica dei vari movimenti e organizzazioni islamiste nate nel corso del XX secolo.
L’ultimo capitolo presenta i principali movimenti jihadisti attualmente operanti sia a livello locale che in ambito più internazionale, gli aspetti dottrinali, le strategie politiche e militari, le modalità della comunicazione intesa come arma di reclutamento, le leadership nei singoli movimenti.
L’intento dell’autrice è quello di fare chiarezza su una realtà che non deve “criminalizzare tutto l’Islam”, ma neppure “deresponsabilizzarlo immaginando l’esistenza di un’ala deviata” a esso estranea.
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Mario Vitali
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