Estate vuol dire anche alcune settimane di vacanza per molti missionari ambrosiani, che ritornano in patria da varie parti del mondo. E’ un momento prezioso sia per l’arcivescovo che per i fedeli. Le loro testimonianze sono sempre, infatti, preziose ed entusiasmanti.
Le vacanze estive dei nostri missionari cominciano, però, dopo che 9 italiani sono stati uccisi in Bangladesh da un gruppo di studenti islamici che si rifacevano all’ISIS. Il massacro è arrivato dopo che, nei mesi scorsi, cooperanti e missionari italiani sono stati presi di mira diverse volte. La presenza italiana in Bangladesh è marcatamente lombarda, specialmente per quanto riguarda il PIME. Il governo bengalese ha disposto la scorta per tutti gli stranieri, sacerdoti compresi. Ai fatti di Dacca si aggiunge ora la terribile strage di Nizza (14 luglio), che ha ugualmente toccato vite italiane.
Rivolgendosi ai partecipanti ai funerali di una delle vittime dell’attentato di Dacca, il brianzolo Claudio Cappelli, il card. Angelo Scola scrive che
“Siamo stati posti ancora una volta di fronte al tremendo mistero del male”, a cui Cristo ha dato la sua risposta di vita. “Non a caso siete riuniti in chiesa e presenti spiritualmente con voi sono migliaia e migliaia di fedeli e di donne e uomini di buona volontà”.
Tuttavia, anche gli uomini di buona volontà vivono un momento di dolore ed umanissima preoccupazione, come dice suor Annamaria Panza, che a fine agosto rientrerà in Bangladesh.
“Ci siamo accorti che la violenza aumentava e che uccidevano. In concomitanza, il partito al governo ha iniziato a processare e giustiziare quanti avevano collaborato con i pakistani durante la guerra d’indipendenza (ndr 1975), oggi i leader del partito islamico messo fuori legge. Allora costoro si vendicavano uccidendo altra gente, soprattutto indù o capi del partito al potere”.
La caccia allo straniero si colloca in questo scenario di radicalizzazione, a cui non sono estranei i capitali provenienti dall’Arabia Saudita, instancabile finanziatrice di moschee e madrasse integraliste.
Dai missionari lombardi proviene, però, un messaggio di incrollabile fermezza.
“Cerchiamo di vivere normalmente, anche se la gente ha paura. C’è sicuramente un invito alla prudenza, ma non manca mai l’attenzione a chi è povero, a chi è bisognoso”.
Un ibi manebimus optime che non prende neppure lontanamente in considerazione l’opzione del ritiro.
Come afferma il card. Scola nel suo messaggio ai musulmani milanesi per la fine del Ramadan “la vera religione cerca la pace e la solidarietà, non il dominio e la violenza”. I missionari cattolici testimoniano, in parole ed opere, che non può esistere una religiosità contro l’uomo. Un dio che insegni a discriminare gli esseri umani e pretenda una sottomissione assoluta non è semplicemente il vero Dio. Riecheggia inevitabilmente il celebre discorso di Ratisbona di Benedetto XVI, che acquista maggiore attualità con il passare del tempo e chiama alla sbarra entrambi i soggetti coinvolti, il mondo musulmano, alle prese con le sue contraddizioni interne, ed il laicismo delle lobby occidentali, che pretendono un’obbedienza non meno irragionevole di quella del califfo.
Michele Brambilla