Sono passati 15 anni dall’inaugurazione del Museo diocesano nei chiostri della basilica di S. Eustorgio, alla presenza del card. Carlo Maria Martini e del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nacque contestualmente il Parco delle basiliche, che salvò dal degrado i giardinetti che congiungevano l’antica chiesa in cui erano depositate, fino al 1164, le reliquie dei Magi a S. Lorenzo alle Colonne.
Nel quarto anniversario della scomparsa del card. Martini il museo rilancia la sua presenza in città ampliando la superficie espositiva ed offrendo una serie di iniziative di alto livello culturale. Tra il 13 ed il 15 settembre ospita Campo totale, una rassegna cinematografica dedicata ai temi di attualità sociale che si ispira, nel titolo, alla lettera pastorale del card. Angelo Scola Il campo è il mondo e culmina nel Web communication Day, con il quale si sottolinea l’importanza dell’apostolato cibernetico nel mondo contemporaneo per parrocchie, oratori ed associazioni.
Soprattutto, però, dal 15 settembre apre nei chiostri di S. Eustorgio una mostra significativa, Salvare la memoria, in onore del custode di Palmira assassinato dall’ISIS, Khaled Asaad. E’ anche un tributo a tutti quanti stanno operando, in vari scenari di guerra, per proteggere il patrimonio dell’umanità dai neobarbari. Una sezione specifica è dedicata ad Aleppo, la città siriana martire per eccellenza, e la parola lasciata a padre Ibrahim Alsabagh, parroco dell’unica chiesa cattolica rimasta aperta sotto le bombe.
La mostra non dimentica neppure pagine quasi dimenticate come il Kosovo, dove continua ancora oggi la distruzione delle chiese serbe da parte della maggioranza albanese islamica, sempre più radicalizzata dalle moschee impiantate dall’Arabia Saudita, nonostante ci sia un ministero specificamente dedicato al rimpatrio dei profughi della minoranza ortodossa.
Il card. Scola crede fermamente nella forza dell’apostolato della bellezza. Come afferma a Carnago, durante una solenne processione mariana presso il locale santuario della Madonna dei miracoli, “la Chiesa ha bisogno di un grande risveglio in Europa. Papa Francesco ci indica le vie dell’“uscita”, ci chiede di condividere il bisogno e di vivere secondo il pensiero di Gesù, portando la nostra fede fuori dal tempio. Nella vita di tutti i giorni, fatta di esperienze di bellezza e di dolori e in tutte le circostanze e i rapporti”.
Il rinnovo del Museo diocesano intende precisamente promuoverlo come polo che dialoga alla pari con istituti laici come Brera o il Piccolo Teatro, mostrando a tutti come i cattolici non siano secondi a nessuno nel produrre eventi ed incontri culturali che parlino a tutti. A ben vedere, non esisterebbe neppure “cultura laica” senza le radici cristiane: la Pinacoteca sorge dentro un ex-seminario ed espone opere in larga parte a tema religioso.
Ma la testimonianza più grande la dà il popolo quando compie gesti trasparenti nella loro volontà di manifestare quanto crede. “Niente è bello come un segno cristiano vissuto così, che vi rende responsabili verso la Chiesa e verso tutta la realtà civile del paese”. E’ quello che gli apologeti dei secoli passati avrebbero chiamato “lo spettacolo della Fede” concretamente vissuta dalla gente, che com-muove e s-muove verso Cristo.
Michele Brambilla