E’ passato quasi un mese, tuttavia la carica di positività della visita di Papa Francesco pervade ancora Milano. La sera del 20 aprile il card. Angelo Scola celebra una grande Messa di ringraziamento davanti a volontari, organizzatori e rappresentanti delle forze dell’ordine. Non manca neppure il sindaco Sala, in quelle stesse ore giustamente ripreso dai cattolici perché minimizza i danni della cannabis durante una manifestazione radicale.
L’arcivescovo sottolinea: “la presenza reale, in carne e ossa, del Risorto tra di noi, attraverso la vita della Chiesa, trova in noi oggi, dopo il 25 marzo, una forza di convinzione nuova. Il dono della Sua pace, che è il frutto più sorprendente della salvezza operata da Gesù nella nostra vita, evoca ai nostri occhi e al nostro cuore parole e fatti sguardi e gesti di quel giorno. Da questa pace sperimentata sprigiona una speranza nuova e indomita, anche dentro l’attacco del male”, come ricorderà giusto quella sera l’ennesimo attentato a Parigi.
“È bello vivere a Milano e nelle nostre terre”. E lo è per la profonda radice culturale cattolica, così diversa dalla contro-cultura che si promuove nelle elites culturali laiciste e nella classe politica. La Lombardia è davvero faro d’Italia e d’Europa quando si ritrova per celebrare Dio come i suoi padri le hanno insegnato. “Di questa esaltante lettura, a un tempo religiosa e civile, che Papa Francesco ha dato, siamo profondamente grati e altrettanto profondamente ce ne sentiamo responsabili. Per ogni cristiano maturo, per donne e uomini di altre fedi e di buona volontà, infatti, non c’è dono che non diventi compito”. Il card. Scola rinnova quindi l’appello a “famiglie, Corpi intermedi, Istituzioni di ogni ordine e grado” perché sappiano dare vita ad una Milano davvero “costruttiva”. Una risposta, senza nominarli, al “Cannabis day” e, a livello nazionale, alla legge sulle DAT, che vincola pure gli ospedali cattolici, di cui non mancano a Milano esempi insigni.
I milanesi mettono in campo anche un’altra forma di ringraziamento. La tradizione vuole che, subito dopo Pasqua, i quattordicenni ambrosiani scendano a Roma all’udienza generale in piazza S. Pietro. Come nel 2012, anche questa volta il pellegrinaggio è vissuto come ulteriore ringraziamento al Papa per la visita a Milano. Francesco esorta tutti ad essere testimoni integrali. “Cari giovani, specialmente voi ragazzi della professione della fede, vivente in pienezza il messaggio pasquale, testimoniando dappertutto la pace, dono di Cristo risorto”.
Una pace impegnativa, poiché è, in realtà, lo stato di grazia che costituisce l’apostolo. Insomma, sia giovani che adulti si è “volontari del Papa” sempre. I cristiani orientali ci ricordano che il Cristianesimo impregna tutta la vita del credente. Le tombe degli Apostoli esortano ad essere degni della Storia che ci precede, a fondare una Cristianità del XXI sec. bella come quella che hanno edificato loro.
Il card. Scola nel messaggio per i pellegrini invita i ragazzi a sostare pure davanti a “S. Giovanni Paolo II (…), sulla cui tomba anche potrete pregare”: non è solo il Papa dei giovani, l’inventore delle GMG, il “catechista” di molti loro accompagnatori, ma egli stesso un esempio di gioventù ben spesa per Cristo.
Michele Brambilla