Le linee generali del magistero di mons. Mario Delpini sono riassumibili nel desiderio di iniettare “la gioia” in ogni ambito della vita religiosa e civile di Milano. La “pastorale della gioia” altro non è che una lettura particolare della via pulchritudinis (via della bellezza) rilanciata da Benedetto XVI, il quale, il 31 agosto 2011, diceva durante un’udienza generale a Castel Gandolfo: “ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera”.
Sono diversi i richiami di mons. Delpini alla trasmissione della bellezza della vita cristiana in ogni sua espressione, dall’arte alle buone opere. Interloquendo con i giovani che lo attendevano sulla soglia di S. Eustorgio, durante i riti di ingresso, ha per esempio detto: “Dio ha bisogno di gente giovane, lieta e che ha il coraggio di guardare al futuro con speranza. (…) Dove vai quando sei stanco e oppresso?”. Ecco allora l’arcidiocesi di Milano patrocinare due mostre che coniugano sia la bellezza artistica che il richiamo “estetico” della testimonianza concreta dei credenti, offrendo così momenti di sosta e riflessione a coloro che ricercano questa luce interiore.
Il 29 settembre Luca Frigerio, il maggiore esperto diocesano di Michelangelo Merisi (1571-1610), inaugura al Centro S. Fedele dei gesuiti una grande mostra di tele di Caravaggio, allestita a Palazzo Reale. Il grande pittore, che fu battezzato a Milano, in S. Stefano in Brolo, il 30 settembre 1571, con il suo stile vivido “ci tira dentro. Dentro nel quadro, dentro nel sepolcro, dentro nel Mistero” (Luca Frigerio, Caravaggio. La luce e le tenebre, Ancora, Milano 2010, p.91).
La seconda mostra si apre il 2 ottobre alla Triennale (viale Alemagna 6) e si intitola Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario, ripercorrendo “la predicazione della Chiesa in materia di audiovisivo” e “il modo in cui l’audiovisivo – il cinema e la tv – si è rapportato alla Chiesa e al successore di Pietro”. Qui a trasparire è la bellezza della vita dei Papi del XX sec.
L’esempio più compiuto della nuova prospettiva sulla bellezza l’ha dato, però, lo stesso mons. Delpini, che il sabato prima della sua Messa inaugurale si è messo a disposizione di tutti coloro che volessero incontrarlo nella centralissima basilica di S. Lorenzo alle Colonne, sempre più la base di partenza dell’evangelizzazione di strada cittadina. Coloro che hanno accolto l’invito dei seminaristi, che sono usciti incontro alla folla lungo le vie della movida, hanno potuto gustare la semplicità dei modi del nuovo arcivescovo all’interno di un particolare contesto storico-artistico-liturgico.
S. Lorenzo, con le sue colonne romane e i mosaici del V sec., richiama infatti i primi secoli della Cristianità milanese, quella dei 12 vescovi i cui nomi sono impressi nella mitria di mons. Delpini, realizzata dalla Scuola beato Angelico di Milano, e di S. Ambrogio stesso. Alle mura tardo-romane si aggiungono la cupola e l’altare borromaici, a rievocare anche l’altra età dell’oro di Milano cattolica. Antico e nuovo assieme, senza soluzione di continuità, perché non esistono cesure nel soggetto storico Chiesa che si presenta oggi “in uscita”, al servizio della domanda di bellezza e misericordia dell’uomo contemporaneo.
di Michele Brambilla