I mosaici che ricoprono l’arco trionfale, ovvero l’arco che delimita il catino absidale, della basilica di S. Maria Maggiore in Roma mostrano ai lati due figure che rappresentano i popoli confluiti nella Chiesa: da una parte si legge Ecclesia ex circumcisione, e sono gli ebrei convertiti; dall’altra Ecclesia ex gentibus, indicando quella porzione di Chiesa proveniente da coloro che S. Paolo chiamava i “gentili” e che sono i pagani.
E’ questa l’immagine che bisogna tenere in mente mentre si legge che, all’indomani del consiglio pastorale diocesano (25-26 novembre), mons. Mario Delpini ha convocato un sinodo minore avente come titolo “Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive. Linee diocesane per la pastorale”. L’obbiettivo è condurre ad una riforma del cap. 14 del Sinodo diocesano 47° (1995) “Pastorale degli esteri” alla luce dei dati sociologici odierni, allo scopo di ricreare nell’arcidiocesi di Milano un solo popolo in continuità con la tradizione culturale e liturgica ambrosiana.
“Non ritenendo opportuno, in questo momento, convocare un Sinodo diocesano (cann. 460-468), intendo riprendere l’antica tradizione ambrosiana di assemblee ecclesiali più agili e frequenti, nella forma dei Sinodi minori (cf Sinodo diocesano 45°, cost. 52), rileggendola tuttavia (…)in una chiave più autenticamente sinodale, con il coinvolgimento della comunità cristiana”, come denota il ruolo primario dei consigli diocesani e la chiamata alla collaborazione del mondo associativo.
Il sinodo minore è un istituto antichissimo nella Chiesa, rafforzato, come il Sinodo diocesano “majus”, dal concilio di Trento (1545-63) come mezzo particolarmente adatto alla promulgazione di decreti validi per tutto il territorio della metropoli. Le ultime convocazioni si sono avute con gli arcivescovi Montini e Colombo tra il 1955 e il 1979 ed avevano lo scopo di far metabolizzare le decisioni già prese nei sinodi maggiori celebrati sotto il beato card. Schuster. Un sinodo minore consente, infatti, di trattare rapidamente un singolo tema mantenendo, però, inalterata l’ampiezza di sguardo richiesta dalla vastità dell’arcidiocesi milanese.
La cogenza dell’argomento è in questo caso facilmente riscontrabile nelle periferie di Milano e di molte cittadine dell’hinterland. La maggior parte degli immigrati si concentra a Milano, a Varese e in Brianza, fino al caso limite di Baranzate, nella cui parrocchia convivono oltre 80 etnie differenti. Gli immigrati di religione cattolica sarebbero teoricamente quelli più facilmente assimilabili rispetto a islamici e cinesi, tuttavia le cappellanie etniche ritardano spesso l’accesso dei nuovi cattolici milanesi alla liturgia ordinaria, favorendo anche tra di loro processi di auto-ghettizzazione. Le Messe in lingua straniera scorrono parallele alle celebrazioni in italiano senza che i due gruppi interagiscano veramente.
Il documento preparatorio del sinodo verrà presentato il 14 gennaio 2018 e la convocazione del clero è per il novembre dello stesso anno, dopo che si sarà peraltro celebrato in Vaticano il Sinodo dei vescovi sui giovani e il discernimento vocazionale. I frutti che mons. Delpini si attende dal Sinodo minore ambrosiano sono in un certo senso anticipati in casi come quello di don Bangaly Marra, ivoriano, che nel 2009 è stato ordinato sacerdote per la nostra arcidiocesi passando per il medesimo iter dei confratelli italiani.