Le ferree regole liturgiche della Quaresima quest’anno “salvano”, delle uniche due feste che si possono celebrare prima di Pasqua (S. Giuseppe e l’Annunciazione), solamente la prima (19 marzo), che coincide con il lunedì successivo alla V domenica di Quaresima. Il 25 marzo, data in cui tradizionalmente si commemora l’annuncio dell’angelo alla Madonna, è infatti la Domenica delle Palme. Proprio nella solennità dello sposo della Beata Vergine Maria, che è anche il patrono degli artigiani, mons. Mario Delpini presiede in Duomo una celebrazione eucaristica riservata ad alunni e docenti degli istituti professionali e, prendendo spunto dalle attrezzature che in quelle scuole si insegna ad usare, invita i giovani ad “aggiustare” il mondo.
Elogia infatti “quelli che pensano che il mondo non sia un pasticcio irrimediabilmente rovinato, ma lo vedono come una sfida e una vocazione e perciò vogliono mettere mano all’impresa di aggiustarlo. La società non può fare a meno di quelli che vogliono reagire” ed è tipico della gioventù osservare ciò che non va e tentare di costruire un mondo migliore, poiché i ragazzi, come Abramo, “sono attratti da una promessa che è convincente, perché il fascino dell’impresa di diventare adulti è più persuasivo che stare sul divano a lamentarsi di come sia sbagliato il mondo e schifosa la società”.
Mons. Delpini introduce così i ragazzi presenti alla Messa al tema di quella che pochi giorni dopo sarà la prima veglia in Traditione Symboli del suo episcopato. La sera del 24 marzo si rinnova infatti in Duomo la grande liturgia durante la quale, sotto gli occhi dei giovani di tutta l’arcidiocesi, l’arcivescovo consegna il rotolo del Credo ai catecumeni e il tema della veglia 2018, La parte migliore, sprona proprio ad ascoltare la “voce giusta” per sapersi poi adoperare nelle circostanze della vita quotidiana come uomini redenti da Cristo.
E’ infatti il “nocciolo” della Fede a muovere da sempre i cristiani. “Gesù non si rivela solo un ospite di passaggio, o un amico affezionato, ma Colui che è risurrezione e vita, Colui che ha parole di vita eterna ed attraversa anche la morte perché vinca la vita”. La scelta migliore del titolo della veglia “è stare con Lui. Non possiamo fare a meno di Lui”, benché ci si ponga inevitabilmente in contrapposizione alla mentalità dominante. Una via per costruire da cattolici una civiltà diversa può essere “pensare ad un amico che abita in Lituania, Inghilterra, Irlanda, o Spagna (…) e mandargli un messaggio di questo genere: il mio vescovo ha detto che la nostra amicizia costruirà l’Europa” del domani a partire dalla “rete” che si intesse tra i credenti di ogni angolo del continente, poiché “questa è la culla dell’Europa: la fede nel Signore Gesù”, e non può rifondarsi che su di essa.