Papa Francesco ha decretato lo scorso 11 febbraio l’inserimento nel calendario liturgico romano della festa di Maria Madre della Chiesa, con il grado di memoria obbligatoria. Essa deve essere celebrata il lunedì immediatamente successivo alla solennità di Pentecoste, come avviene già da diversi decenni in Polonia. Il 14 maggio mons. Mario Delpini stabilisce l’applicazione del decreto romano al Rito ambrosiano a partire dal 21 maggio corrente, primo lunedì dopo la Pentecoste.
Il titolo di Maria Madre della Chiesa risale al paragrafo n. 53 della costituzione dogmatica Lumen gentium (21 novembre 1964) del Concilio Vaticano II (1962-65): la Madonna “cooperò con la carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa” fin dal “Donna, ecco tuo figlio” di Gv 19,26, versetto nel quale il Crocifisso affida l’apostolo Giovanni alle cure della Vergine e viceversa. La Messa votiva di Maria Madre della Chiesa che si trova nel Messale Romano prevede come Vangelo proprio Gv 19,25-27.
Anche nel Messale Ambrosiano esiste una Messa votiva con quella intitolazione: fu inserita nella liturgia milanese nel 1976. Il testo ricalca il formulario romano nelle idee generali, ma con diversi “aggiustamenti locali”, che ne ampliano spesso il significato. Confrontando, per esempio, l’ultima richiesta dell’orazione romana sulle offerte con la sua versione ambrosiana, troviamo da una parte “collaboriamo all’opera della redenzione” e dall’altra “possiamo testimoniare con maggiore coerenza di opere la nostra rinascita battesimale”.
Il Lezionario ambrosiano del 1976 non contemplava un ordinamento delle letture chiaramente definito per questa Messa, benché ne prevedesse tre come nei giorni festivi. Nel decreto di mons. Delpini si supera questo problema con l’imposizione della lettura di Gn 3,9-15, del Salmo 86 (ritornello: “Di te si dicono cose gloriose, città di Dio”), di Rm 5,12-21 e di Gv 19,25-34.
Nuove disposizioni anche per la liturgia delle Ore ambrosiana. Una memoria obbligatoria possiede normalmente i primi vesperi, durante i quali si legge la “notizia” (ovvero la vita) del Santo, ma poiché questi non possono aver luogo la sera di Pentecoste, che ha i secondi vesperi solenni, mons. Delpini consente che “qualora la memoria venisse celebrata con particolare solennità (patronale o altro), si possono celebrare i Secondi Vespri (o Vespri votivi)” il lunedì sera “traendo l’ufficiatura dal Comune della beata Vergine Maria con antifona propria al Magnificat e orazione propria dopo il Magnificat”. Introduce poi come seconda lettura nell’Ufficio notturno il discorso tenuto da S. Paolo VI al termine della III sessione del Concilio Vaticano II (21 novembre 1964), durante la quale fu promulgata la Lumen gentium.
L’antifona propria al Benedictus (che nelle lodi ambrosiane si legge all’inizio e non per ultimo) canta: “I discepoli erano perseveranti e concordi nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù”. Per gli eventuali secondi vesperi si predispone invece questo versetto, che richiama direttamente il Vangelo del giorno: “Disse il Signore a sua Madre: Donna, ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua Madre”.