Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato del Forum delle Associazioni Familiari di Milano
La Corte europea dei diritti umani ha deciso, nel preminente interesse del bambino, che si debbano interrompere le cure che tengono in vita il piccolo Charlie Gard. In totale sintonia con quanto deciso dai giudici britannici, la Corte ha respinto il ricorso dei genitori, che da mesi tentano in tutti i modi di proteggere la vita del loro bambino, riuscendo a raccogliere i fondi necessari per trasferirlo negli U.S.A. per sottoporlo ad una terapia sperimentale: l’estremo tentativo di salvargli la vita, insidiata da una rara malattia genetica. Il caso rappresenta un inquietante salto di qualità di quella cultura della morte che affligge la nostra società. In questo caso, infatti, la Corte ha affermato che la volontà dei genitori non ha alcuna rilevanza e che la ventilazione artificiale è incompatibile con la dignità di Charlie. La stessa Corte europea, abituata ad intervenire ogni due per tre per sostituirsi alla legittima sovranità nazionale dei Paesi membri, laddove si tratta di sancire nuovi diritti civili, questa volta dice di non potersi intromettere nelle decisioni dell’autorità britannica. Con la stessa disinvoltura la Corte ha ignorato l’articolo 8 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo, che sancisce il “diritto al rispetto della vita privata e familiare”, negando ai genitori la responsabilità primaria che gli compete nelle scelte che riguardano il bene dei figli minori. In un contesto di questo tipo, prende corpo in modo drammatico quel concetto di “volontà generale”, coniato dagli illuministi francesi, che sostituisce la coscienza individuale per affermarsi in modo dispotico e totalitario, fino ad additare al singolo se “gli convenga vivere o morire”. Contro la decisione dei giudici inglesi e della Corte europea si sono levati i vescovi inglesi che, in un comunicato firmato dall’arcivescovo Peter Smith, hanno scritto “ l’amore dei genitori vuole prendere in considerazione ogni possibile passo e questo noi lo sosteniamo . La nutrizione e l’idratazione non sono né un trattamento, né una medicina. Non dovremmo mai agire con l’intenzione deliberata di porre fine ad una vita umana, compresa l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione in modo che la morte possa sopraggiungere”.
Il Forum delle Associazioni Familiari di Milano fa proprio il documento dell’episcopato inglese, denunciando questo nuovo attentato alla famiglia, che nei genitori trova il primario naturale presidio di difesa della vita. Riteniamo di essere arrivati con ciò ad un punto di non ritorno di una deriva, in cui si realizza un paradosso: quello di un’Europa che, mentre invoca diritti di ogni genere, inclusi quelli meno probabili e più discutibili, condanna a morte un bimbo contro la volontà dei suoi stessi genitori. Nel contempo si alza il livello dell’attacco alla vita, col passaggio dalla legalizzazione dell’infanticidio pre-natale a quella dell’infanticidio post-nascita; un salto di qualità che impegna le istituzioni e tutte le persone di buona volontà ad alzarsi in piedi per reagire fermamente “opportune et importune”.
FORUM MILANESE DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI
(il Presidente Enrico Chiesura)
Milano, 29 giugno 2017