Newsletter Febbraio 2010

Relativismo e verità in un quartiere multietnico di Milano

Care amiche, cari amici,
due fatti di cronaca. Il primo ci ricorda che in Olanda il governo chiede ai neo-immigrati di seguire un corso di lingua e di “dare un’occhiata a un film dove, fra l’altro, si assiste a un bacio fra omosessuali e si vede la panoramica di una spiaggia per nudisti”: lo ricordava Luigi Offeddu sul Corriere della Sera del 15 febbraio. Il secondo è una dichiarazione del ministro Maurizio Sacconi sui fatti di Milano, dove un immigrato egiziano di 20 anni è stato assassinato da immigrati sudamericani ubriachi in un quartiere della periferia dove le diverse comunità vivono in pericoloso contatto: il ministro ha detto: “L’identità è la premessa per il vero incontro. E’ nell’indifferenza che si genera il conflitto. E’ la parete bianca senza il crocifisso, che fa il conflitto”.
Due modi diversi, anzi opposti, di rispondere al problema immenso dell’immigrazione. Due modi che riflettono due diverse concezioni dell’uomo e della civiltà, la prima fondata sulla integrazione all’interno del relativismo, l’altra sull’integrazione all’interno di una cultura e di una civiltà radicate nella storia dell’Occidente: Atene, Gerusalemme, Roma.