La libertà religiosa ai tempi dello spread e dell’Obamacare. Il discorso alla città 2012 del card. Scola

1700 anni non sono pochi quando si parla dell’anniversario della battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.), che aprì all’imperatore Costantino la strada per Roma e ai cristiani di tutto l’Impero romano l’ora della libertà di religione. Eppure sembrano  passati invano, vista l’escalation anticristiana in certi continenti ed il laicismo imperante in Occidente.

L’arcidiocesi di Milano s’impegna con decisione nel ricordo dell’editto del 313. Il card. Angelo Scola offre nel discorso alla città del 6 dicembre una pietra miliare attorno al quale far ruotare tutte le iniziative commemorative, ma soprattutto l’azione presente. “Con l’Editto di Milano emergono”, infatti, “per la prima volta nella storia le due dimensioni che oggi chiamiamo “libertà religiosa” e “laicità dello Stato”.

Un esempio di applicazione virtuosa dei due principi secondo l’insegnamento della Chiesa viene proprio, per il card. Scola, dal massimo patrono milanese, S. Ambrogio, il quale “non esitò mai a richiamare i cristiani ad essere leali nei confronti dell’autorità civile, la quale, a sua volta – ecco il secondo insegnamento – doveva garantire ai cittadini libertà sul piano personale e sociale”. La storia successiva disattese, purtroppo, le indicazioni iniziali, e si dibatté tra cesaropapismo, Stati confessionali, utopie teocratiche radicali (es. la comune degli anabattisti di Munster) ed, infine, laicismo ed ateismo di Stato.