Andare a votare in un’epoca di profonda crisi morale e culturale raramente è entusiasmante. Infatti, non capita spesso di trovare il candidato ideale sia dal punto di vista politico sia da quello personale. Quando lo troviamo rispettoso o addirittura promotore dei “principi non negoziabili” e della dottrina sociale della Chiesa, spesso è inadeguato sul piano della vita privata e capita frequentemente di rendersi conto che non possiede le qualità minime per rappresentare il mandato che gli stiamo per affidare.
Ma il bene comune di un popolo va comunque perseguito, anche in una tornata elettorale, come i prossimi ballottaggi amministrativi, in cui la possibilità di scegliere per noi elettori è “secca”, senza alternative ai due candidati rimasti in lizza. Anche in questa occasione dovremo scegliere chi potrà fare meno danni al bene comune, una volta eletto, anche se è personalmente lontano da quei principi che vorremmo vedere realizzati nella vita pubblica, perché l’altro (nel senso dell’altra coalizione politica) è ancora più lontano.
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