Signore e Signori, cari amici,
I.1. Sabato 31 marzo scorso abbiamo inaugurato questa sede di Alleanza Cattolica con la gioia di chi ha visto giungere a termine un percorso impegnativo verso un obiettivo tanto desiderato, quello di poter disporre di uno strumento oggettivamente idoneo ad essere quello che il direttorio di Alleanza Cattolica definisce come “luogo di studio e di preghiera”, oltre che di apostolato.
Si tratta di un risultato ancor più apprezzabile e promettente non solo in quanto conseguito unicamente grazie alla generosità dei militanti e degli amici di Alleanza Cattolica, ma anche perché tale generosità rappresenta, a sua volta, anche il frutto della comprensione dell’importanza della buona battaglia di formazione personale e di animazione culturale e sociale che da ormai quarant’anni Alleanza Cattolica sta conducendo in Italia e, in particolare, nella nostra Città.
E’ una generosità che non chiede di essere lodata, ma sicuramente imitata non solo perché necessaria all’attività associativa, ma perché contribuisce a far sì che, in ultimo, siano proprio la qualità e i contenuti di tale attività a motivarla ed alimentarla.
I.2. Poiché l’inaugurazione di una nuova sede costituisce un segno in qualche modo fondativo della realtà che in essa si insedia, l’occasione dell’inaugurazione è valsa per riconsiderare l’identità e la vocazione di Alleanza Cattolica, che nel proprio direttorio si rappresenta come “un’associazione civica e culturale di cattolici, che perseguono la maggior gloria di Dio, la propria salvezza e quella del proprio prossimo, nella prospettiva della regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, attraverso lo studio e la diffusione tematica del Magistero della Chiesa, in particolare della sua dottrina sociale, e aspirano all’edificazione di una civiltà cristiana, «a misura di uomo e secondo il piano di Dio» (beato Giovanni Paolo II [1978-2005]).
La costruzione di questa civiltà è, a sua volta, parte integrante di quella che il beato Papa Giovanni Paolo II ha chiamato «nuova evangelizzazione», nella cui prospettiva e nel cui orizzonte si pone, dedicandosi in particolare — fra le opere raccomandate a ogni cattolico — a quelle dette di misericordia spirituale, attraverso un apostolato di tipo culturale”.
I.3. Ma non meno hanno contribuito ad unire il segno alla realtà la presenza e la benedizione impartita dal nostro Arcivescovo, rientrando nel suo ministero, come afferma la costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium [21.11.1964], ai paragrafi 30 e 27, il “magnifico incarico di pascere i fedeli e di riconoscere i loro servizi e i loro carismi in modo che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, all’opera comune” (LG, 30) cosicchè “tutte le cose siano d’accordo nell’unità e crescano per la maggior gloria di Dio” (LG, 27).
“Il raccogliersi attorno alla sua persona e alla sua parola è diventato così segno e occasione per essere veramente e sempre meglio ciò che vogliamo e siamo chiamati ad essere e, cioè, operai della restaurazione sociale nel terzo millennio cristiano per una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio e per tale via dare un contributo a superare quelle lacerazioni che in vario modo hanno caratterizzato e drammaticamente concluso il secondo millennio, lasciandoci in eredità quella che i Vescovi Europei, all’indomani dell’abbattimento del muro di Berlino, hanno qualificato come una ‘catastrofe antropologica’.
I.4. Analogamente la presenza del nostro Reggente NazionaleGiovanni Cantoniall’inaugurazione della nostra sede ha contribuito a dare all’evento la necessaria compiutezza.
Infatti, se, a norma di direttorio, il Reggente Nazionale rappresenta l’associazione e la impegna pubblicamente, ne esprime la dottrina e l’orientamento, sceglie i temi propagandistici e animatori, è il punto di riferimento organizzativo dell’associazione, nella persona diGiovanni Cantonil’associazione riconosce anche il ruolo e il carisma del fondatore.
La sua presenza è dunque valsa a rafforzare le fondamenta del nostro essere associativo, ma è stata anche l’occasione per esprimergli la gratitudine e l’affetto per il bene ricevuto, fra cui la testimonianza di come si pratica la buona battaglia in Alleanza Cattolica, a partire dalla dedizione di tempo e di energie, la cui straordinarietà non dovrebbe essere meno percepita, ma piuttosto ancor più colta, dal suo confermarsi nel corso di ormai molti anni.
II.1. Ma anche l’incontro odierno si inserisce, e non a minor titolo, nell’ambito delle iniziative di inaugurazione e, per così dire, di messa a regime di questa nuova sede di Alleanza Cattolica, facendo seguire, in questo percorso, ai richiamati contributi di fondatività la seconda esigenza di avere davanti un modello e un esempio di come condurre la buona battaglia, una figura che, come suggerisce l’etimologia dei due termini, modello ed esempio, sappia essere la sagoma tratta da una pienezza al fine della replicazione non del modello, ma della pienezza che esso rappresenta.
E questa esigenza ci ha posto dinnanzi, con l’evidenza che accompagnano sempre umiltà e grandezza, la persona di Enzo Peserico per l’esemplarità della sua testimonianza di vita.
Tale evidenza è anche unita anche alla convinzione, la cui condivisione mi sembra giusto estendere, che la nostra presenza in questi locali sia dovuta anche ad Enzo.
Infatti, per la fine del 2007 dovevamo restituire ai proprietari la vecchia sede e, come è facile immaginare, per varie ragioni non sapevamo quale altra sistemazione saremmo risusciti a trovare e con quali mezzi.
Dopo avere per mesi cercato una soluzione che pareva non presentarsi, il pensiero è andato ad Enzo Peserico, da poco venuto a mancare, e già a giugno si erano presentate due circostanze indispensabili, che hanno poi portato all’acquisto della sede:
– l’occasione di un ambiente particolarmente idoneo allo scopo per disposizione interna, localizzazione e, aspetto non secondario, costo;
– ma anche la disponibilità e, infine, la decisione di approfittare di questa occasione, nonostante l’impegnatività dell’operazione.
E piace ritenere che questo aiuto ricevuto da Enzo nell’incipit, nel rinvenimento di uno strumento, qual è e deve essere questa sede, ci possa accompagnare anche nel seguito, nell’attività che questa sede ci consentirà e, in un certo senso, ci deve indurre a svolgere.
Anche a questo è finalizzato l’incontro di oggi nei suoi vari momenti.
II.2. E ciò può avvenire conoscendo e facendo nostra l’esemplarità della testimonianza di vita e, più specificamente, della militanza contro-rivoluzionaria di Enzo Peserico.
Esemplarità che si è dispiegata tanto nelle qualità personali che l’hanno fatto apprezzare e reso caro a tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo, quanto nell’impegno associativo, che con straordinarie generosità e intelligenza ha reso dai tempi del liceo fino al giorno stesso della morte, avvenuta alla chiusura di uno degli incontri di Capodanno per le famiglie di Alleanza Cattolica, da lui voluti e organizzati.
Qualità personali e impegno associativo che sono il frutto della medesima radice, di quella medesima anima orante e contemplativa, che ha fatto e fa di Enzo un modello di contemplativo in azione, in cui l’azione è il frutto naturale e necessario della contemplazione, secondo la lezione di un’opera di base della nostra formazione associativa qual è L’Anima di ogni apostolato, di J.B.G. Chautard [1858-1935].
II.3. Ma, se questo è vero sempre e comunque, lo specifico della esemplarità di Enzo Peserico può essere colta sotto almeno tre profili:
a. la sua capacità di fare sintesi fra vita familiare, attività di lavoro e professionale e impegno associativo, sintesi che è espressione di un senso del reale, che non è mero ‘realismo’, ma adesione all’unico progetto d’amore e alla signoria di Colui che è autore del reale, compreso il reale sociale, la famiglia, il lavoro, lo vita politica, e che in tale progetto ha trasfuso la sua bellezza e la sua bontà.
b. l’attenzione – che, a sua volta, è il frutto di un’attività congiunta dell’intelligenza e del cuore – alle sfide sempre nuove del tempo in cui la provvidenza ci ha voluti presenti.
Per questo motivo Enzo ha studiato il ’68, questa fase che segna il passaggio del processo rivoluzionario dall’attacco agli abiti sociali di protezione dell’uomo all’uomo stesso, come se la Rivoluzione, al termine di una partita plurisecolare, fosse giunta a dare ‘scacco matto’ nei confronti di chi di questa scacchiera è il re e, cioè, all’uomo, la colui regalità sta tutta nell’essere al centro dell’amore di Dio.
E i bersagli immediati di questo ‘scacco’ sono stati, per la natura stessa di questa fase della Rivoluzione, la famiglia e i giovani con la rottura culturale fra le generazioni, il divorzio, la droga, il femminismo, la rivoluzione sessuale, l’aborto, in una progressione che, lasciata al suo corso, è destinata a transitare dall’idolo dell’autodeterminazione al dramma dell’autodistruzione, di cui il calo demografico è indice ben più significativo e allarmante dello spread.
c. Infine, la capacità di trasformare questa attenzione in apostolato, partendo proprio dai giovani e dalle famiglie per farli diventare da bersagli della Rivoluzione a destinatari e protagonisti di un percorso formativo e, infine, a risorse per una rigenerazione dell’intera vita sociale.
Proprio dando seguito e consistenza a questo progetto, togliendolo dal cassetto dei desideri, se non dei sogni, Enzo ha rappresentato al meglio quello che Alleanza Cattolica ha inteso e intende essere: non il luogo della lamentela sui tempi cattivi e, neppure, dell’evocazione e della proclamazione del vero, ma quello della sua realizzazione nella vita della persona attraverso un percorso di formazione e quello della sua estensione attraverso la vita associativa e un’attività organizzata in modo da essere essa stessa formatrice.
III. Poiché però l’esemplarità presuppone la conoscenza del modello ed è proporzionale alla stessa, abbiamo voluto dare a questo incontro il carattere di un ritiro su Enzo Peserico ed è per questo che siamo grati, di tutto cuore, a coloro che, presenti oggi fra noi, hanno i migliori titoli per renderci anche Enzo affettivamente e spiritualmente presente fra noi e per farcelo conoscere.
Saluto dunque e ringrazio in modo particolare:
– la sig.ra Giulia, madre di Enzo Peserico;
– la sig.ra Sabrina Pagani Peserico, moglie di Enzo, con i figli Carlo, Francesco, Sebastiano e Lorenzo;
– il sig. Flavio Peserico, fratello di Enzo, e la moglie Claudia.
Un ringraziamento e un saluto a Marco Invernizzi, socio fondatore di Alleanza Cattolica e Reggente della regione lombardo-veneta di Alleanza Cattolica, e ad Andrea Arnaldi, di Alleanza Cattolica, di Milano, la cui pluridecennale amicizia con Enzo Peserico è stato uno dei frutti – non certo fra i minori – della condivisione della buona battaglia.
Particolare gratitudine esprimo nei confronti di Don Giovanni Poggiali, dell’Opus Mariae, per essere riuscito, grazie alla disponibilità dei suoi confratelli, ai quali dunque si estende la nostra gratitudine, ad essere oggi presente fra noi sia per la celebrazione eucaristica, sia per la benedizione della dedicazione di questa sala-conferenze ad Enzo Peserico e, infine, per darci testimonianza su di lui, che ha ben conosciuto.