La parola gender, che noi traduciamo con genere, è diventata il simbolo della negazione di un dato naturale di fatto. La parola genere, che noi usiamo di solito come sinonimo di sesso (genere maschile e femminile) ad un certo punto è stata utilizzata in contrapposizione al dato sessuale. Si è cominciato a dire: una persona è maschio o femmina a seconda del corpo con cui è nato, però può percepirsi in maniera diversa. E questo “percepirsi in maniera diversa” viene riassunto sotto la parola gender. Questo è il cuore di questa teoria.
Il concetto di gender contrapposto a quello di sesso è cominciato negli anni ‘70 grazie ad un medico, il dott. John Money, il quale ammetteva che le persone nascono maschio o femmine, cioè ammetteva che in natura esiste la dualità maschio e femmina, però a suo parere non sono due percorsi diversi e distinti. Si nasce maschi o femmine ma sulla nostra strada ci sono ad un certo punto delle deviazioni, e noi di fronte a queste deviazioni possiamo scegliere se essere più maschi o più femmine. Noi nasciamo con un corpo sessuato ma possiamo poi camminare in una direzione diversa, maschile o femminile. E’ questione di natura ed educazione: l’educazione può influire.
L’episodio per cui è noto il dottor Money è abbastanza truce ma rende l’idea: è raccontato da lui stesso in un suo libro, pubblicato in Italia da Feltrinelli. Il dottor Money lavorava in un ospedale e si occupava di disfunzioni all’apparato genitale. Nacquero due gemelli. Uno dei due gemelli a 18 mesi a causa di una circoncisione fatta male perse il pene. Allora il medico suggerì ai genitori di crescerlo come una bambina. Così fu: questo bambino fu sottoposto a trattamenti ormonali e cresciuto come una femmina. Per il dottor Money era l’esperimento perfetto. Sembrava un esperimento riuscito. In realtà il bambino manifestò molti problemi, a 13 anni scoprì la sua vera storia, ritornò maschio e dopo i 30 anni si suicidò.
Secondo il dottor Money, c’è un dato naturale ma noi possiamo influire con l’educazione, ad un certo punto possiamo cambiare la strada che la natura ci ha assegnato. Comunque, sosteneva che la maggior parte degli esseri umani non può tollerare una incoerenza biografica nell’assegnazione sessuale. Cioè uno può decidere, può cambiare, ma deve avere una assegnazione maschio o femmina. Money è la persona più rappresentativa di questa scuola di pensiero. Sosteneva che il sesso è il dato naturale iniziale, il genere è quello che uno si sceglie.
Ma ad un certo punto è cambiato l’orizzonte ideologico e culturale. In una visione che chiamiamo post-moderna, viene a cadere la possibilità di definire la realtà. Man mano che si entra nel post-moderno si sostiene che non possiamo conoscere la verità, la realtà sparisce, sfugge, si perde la percezione del dato reale (decostruzionismo). In questo orizzonte filosofico che avanza, aumenta la distanza tra sesso e genere. Il dato naturale viene sempre più ad allontanarsi dalla percezione di sé, che dipende dal contesto sociale e culturale in cui uno vive. Ma poiché nel post-moderno si nega la possibilità di conoscere la realtà, viene a cadere la possibilità di essere maschi e femmine. Il gender diventa queer. Significa che non c’è nemmeno il dato originale. Si parla di GLBTQ: gay, lesbica, bisexsual, transexual, trans gender, queer.
Noi siamo maschio o femmina fin dalla prima cellula, lo dice la scienza. Eppure questo dato è negato. Con l’ideologia queer è come se scomparisse il corpo sessuato. E compare oltre alla percezione di sé anche l’idea di orientamento sessuale, di comportamenti, di attitudini, e il sesso è qualcosa che c’è ma può anche non esserci, comunque non si parte dalla certezza che si nasce maschi o femmine.
Quindi è tutto indistinto, è tutto equivalente, l’identità sessuale e l’orientamento sessuale possono combinarsi in maniera diversa, viene teorizzata l’esistenza dei cinque sessi. E non c’è più una gerarchia ma è tutto un indistinto. In questa teoria non è più la società che ti fa sentire maschio o femmina ma è ogni individuo che sceglie da solo la propria identità di genere. Ad es. nel panorama queer, il concetto di transessuale, che era maschio e diventa femmina, è considerato ancora uno stadio precedente: adesso c’è il trans gender. Un trans gender che va da femmina a maschio e che si relaziona con una donna è eterosessuale o omosessuale? Dipende se considera più importante la sessualità anatomica o il comportamento.
Ci sono altri due nomi che dovremmo ricordare: Judith Butler, che teorizzando l’ideologia queer rifiuta ogni dato naturale, e Donna Haraway e il suo Manifesto cyborg, che suppone i nuovi corpi totalmente asessuati, fatti da innesti tra carne e tecnologia. “Non c’è più né uomo né natura ma unicamente processo che produce l’uno e l’altra e accoppia le macchine.”
Ma noi potremmo dire: di teorie folli ce ne sono state tante nella storia, perché ce ne interessiamo? Perché è successo un fatto nel ‘78: è nata Louise Brown, la prima bambina nata in provetta. Si è concluso il discorso cominciato con la contraccezione, e la Chiesa, all’avanguardia, aveva messo in guardia dalla separazione dell’elemento procreativo da quello sessuale. Con la fecondazione assistita si è completato questo percorso di separazione tra procreazione e sessualità. Contraccezione = sesso senza figli. Fecondazione artificiale = figli senza sesso.
Perché questa novità si lega alla teoria del gender? Perché l’unica cosa che era certa, l’unico dato incontrovertibile era che i figli nascono da un uomo e da una donna. Ma con la fecondazione assistita i figli nascono da un uomo e da una donna ma possiamo fingere una genitorialità gender neutra. Possono dire di avere dei figli i single, maschi o femmine, due maschi, due femmine, uteri in affitto, con tutte le combinazioni che sappiamo.
A Padova qualche mese fa una signora ha partorito una bimba: in quell’ospedale si usa mettere un braccialetto al bambino, alla mamma e anche al papà. La bambina ha avuto il braccialetto, la mamma che l’ha partorita ha avuto il suo braccialetto, e poi è arrivata una signora dicendo che voleva l’altro braccialetto perché era la partner di quella signora. Il primario del reparto le ha dato un braccialetto con scritto “partner”. Questa signora ha potuto dire: “questa è mia figlia” perché la signora che ha partorito era andata in Spagna dove aveva fatto una fecondazione in vitro, eterologa, che in Italia è vietata. Se quella donna avesse avuto un rapporto sessuale, anche uno solo, fecondo, sarebbe stato molto più difficile per lei dire: non ha padre. Invece ha potuto dire: “Il padre di questa bambina è la mia compagna” perché quel rapporto carnale non c’è stato, lei non sa chi ha dato il seme. L’ha comprato da una persona che non conoscerà mai.
Questa tecnica per avere figli è stata usata in questo caso da una donna omosessuale ma potrebbe essere usata anche da una donna eterosessuale. In questo senso la coppia eterosessuale e quella omosessuale da un punto di vista della filiazione possono diventare identiche, con una menzogna.
Quando noi parliamo del figlio di Elton John e del suo compagno, è una bugia. Quello è il figlio di chi ha messo il liquido seminale, di una signora che ha messo gli ovociti, di un’altra che ha messo a disposizione l’utero e il bambino ora vive con Elton John e con il suo compagno. Ma la tecnica che separa la procreazione dalla sessualità permette questa menzogna e permette l’equivalenza dei corpi sessuali da un punto di vista della filiazione. Quello che contraddistingue oggettivamente una coppia omosessuale da una coppia eterosessuale è che la coppia omosessuale è sterile. Poiché anche i single o le coppie omosessuali possono accedere a queste tecniche, vedete che non c’è più differenza.
Tutto quanto teorizzato dalle teorie gender arriva a negare la differenza sessuale. E arriva a negarlo proprio perché mette in discussione, mette in dubbio ciò che caratterizza questa diversità sessuale: la possibilità di avere figli. Separando la procreazione dalla sessualità questo fatto è avvenuto.
Io sostengo sempre che la Chiesa è all’avanguardia: perché quando Paolo VI ha evidenziato la pericolosità della separazione tra procreazione e sessualità, pensava alla contraccezione e non a tutto questo, ma aveva capito che quando nella struttura umana si tocca quello che è l’atto fondante dell’atto generativo, alla fine tu distruggi l’uomo, distruggi l’umanità.
Noi possiamo avere fino a sei genitori: la donna che mette gli ovociti, la donna che mette l’utero, la mamma sociale, il padre biologico, il padre sociale, la donna che mette un pezzo di DNA. Frammentare tutto questo significa fare tanti genitori cioè nessun genitore.
In conclusione, questi orizzonti culturali nati con il gender, con il queer, con il manifesto cyborg (che vi assicuro non è poi così lontano dalla realtà) si sono concretizzati mediante queste tecniche di fecondazione artificiale. E’ stato possibile rendere neutrale la procreazione, spostandola dal sito naturale che è il corpo dell’uomo e della donna che diventano una carne sola, in laboratorio, dove è possibile fingere che si abbia un figlio da soli, in quattro, due maschi e due femmine. Così l’indifferenza sessuale, teorizzata da queste teorie, è diventata realtà.
Intervento di Assuntina Morresi