Il 7 novembre 2009, nella cornice prestigiosa della Sala Verdi del Westin Palace Hotel di Milano, si è tenuto un Convegno organizzato da Alleanza Cattolica sul tema: “1989 – 2009 Vent’anni dopo il Muro – In Europa, nella Chiesa, in Italia”.
Il Convegno si è articolato in due sessioni pomeridiane. Ha introdotto i lavori il dottor Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica, ricordando che l’anniversario della caduta del Muro di Berlino merita la dovuta attenzione e celebrazione, non solo per fare memoria del passato ma anche per cogliere con maggiore consapevolezza, a distanza di vent’anni, il significato di quell’evento e per fare il punto sull’ora presente. Ha poi ricordato due persone scomparse, che certamente avrebbero preso parte ai lavori del Convegno, Valerio Riva e Massimo Caprara, due amici, ma soprattutto due testimoni qualificati dei fatti che il Convegno desidera ripercorrere ed approfondire, che hanno dato prova della concreta possibilità per l’uomo di abbandonare la strada dell’ideologia per approdare alla verità.
E’ stato poi trasmesso un documentario, la cui realizzazione è stata curata da Giuseppe e Masha Mastromarino di Alleanza Cattolica di Mantova, dedicato alla storia del Muro, la sua costruzione, la vita nella Berlino divisa tra Est e Ovest e gli avvenimenti che hanno portato al suo abbattimento nel novembre 1989.
Dopo la proiezione del filmato, seguita con attenzione e commozione da una sala gremita da oltre 200 persone, Invernizzi ha aperto la sessione delle relazioni presentando il prof. Adriano Dell’Asta, vice presidente della Fondazione Russia Cristiana e ricordando con l’occasione anche la limpida figura di padre Romano Scalfi, prezioso testimone di quanto stava accadendo oltre la Cortina di ferro e del mondo del dissenso anticomunista.
Il prof. Dell’Asta, nella sua relazione dal titolo “L’inimmaginabile è accaduto. L’Ottantanove oltre la Cortina di ferro”, ha raccontato il dramma dei popoli che hanno vissuto per decenni non solo senza la libertà, ma anche senza la possibilità di avere dei rapporti umani normali, in un’esistenza dominata dalla paura. Ha raccontato aneddoti toccanti, episodi drammatici di gente reale, la cui vita è stata segnata dal clima di terrore ideologico capace di provocare un’autentica devastazione di ordine antropologico. Ha anche ricordato il timido atteggiamento del mondo occidentale, troppo spesso caratterizzato da cedimento e debolezza di fronte al totalitarismo sovietico. Al contrario, il prof. Dall’Asta ha fatto notare quanto abbia contribuito alla caduta del Muro l’atteggiamento decisamente anticomunista e il realismo non ideologico del Presidente statunitense Ronald Reagan e il coraggioso magistero di Giovanni Paolo II che, dando concreta applicazione alla sua esortazione di inizio pontificato, “Non abbiate paura!”, ha infuso coraggio e speranza ai popoli dell’est.
Il prof. Mauro Ronco, di Alleanza Cattolica, nella sua relazione sul tema: “Dopo le ideologie. Una nuova evangelizzazione della cultura e della politica”, ha fatto riferimento agli articoli pubblicati in questi anni sulla rivista Cristianità, con i quali Alleanza Cattolica ha riflettuto sul significato degli avvenimenti e ha contribuito ad elaborarne un’analisi d’insieme. Insieme al Muro è caduto un soggetto ideologico tra i più duri che la storia ha conosciuto, ma il comunismo è stato il frutto di un lungo percorso ideologico, che conosciamo grazie soprattutto alla lucida analisi del fenomeno “Rivoluzione” svolta dal maestro del pensiero cattolico controrivoluzionario del secolo XX, il prof. Plinio Correa de Oliveira.
Secondo l’analisi del prof. Ronco, inoltre, il messaggio della Madonna di Fatima aiuta a comprendere che la Provvidenza ha fatto la sua parte, per mezzo della Chiesa e del suo Pontefice. Anche l’uomo avrebbe dovuto fare la sua parte, ma così non è stato: infatti, dopo l’abbattimento del Muro possiamo oggi costatare che non ha trionfato né il bene né la verità. Il comunismo non è scomparso, la malattia non è cessata. Aborto, divorzio, eugenismo, tecnocrazie sono il nuovo volto della rivoluzione e il militante controrivoluzionario deve combattere tendenze, idee e fatti di questo nuovo volto della rivoluzione. Occorre riproporre la ragione umana contro il nichilismo e il relativismo, ritornare al reale, porgere al mondo in frantumi la carità della verità, come insegna Benedetto XVI.
I lavori del convegno sono ripresi con una relazione dal titolo “L’Italia ha fatto i conti con il comunismo?” del sen Gaetano Quagliariello, Vice Presidente Vicario Gruppo PDL al Senato, ordinario di Storia Contemporanea alla Luiss di Roma, e Presidente Onorario della Fondazione Magna Carta. La risposta alla domanda è decisamente negativa, e il sen. Quagliariello ha svolto un’acuta analisi dei motivi di questa omissione, innanzitutto facendo notare che non si ricorda con la dovuta forza cosa sia stato il Novecento e cosa siano stati i totalitarismi che lo hanno caratterizzato. Inoltre, a contribuire a questa cattiva informazione, vi è anche la convinzione che quello italiano sia stato un comunismo “diverso”. Passando in rassegna le origini del Partito Comunista Italiano, la sua posizione di fronte alla seconda guerra mondiale, il mito della cosiddetta “italianità” del Pci, la debolezza politica del socialismo italiano, l’occultamento della persistente natura anti-liberale e anti-occidentale del comunismo italiano, Quagliariello ha spiegato perché in Italia essere comunisti non sia avvertito come una colpa o quantomeno una responsabilità storica.
Al termine dell’intervento del sen. Quagliariello ha raggiunto la sede del Convegno anche il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha svolto un breve ma denso intervento di saluto, ricordando che il crollo del muro rappresentò, innanzitutto, a una vera e propria rivoluzione per la libertà, i cui protagonisti rischiarono coraggiosamente la vita lottando per questa libertà. Formigoni ha ricordato il ruolo fondamentale svolto dagli Stati Uniti e in particolare dal Presidente Ronald Regan, ma non si può tuttavia prescindere dal ruolo svolto dalla Chiesa e dalla forza dei valori cristiani, dal ruolo di Papa Giovanni Paolo II e della sua visione lungimirante di un’Europa basata sui fondamenti della fede, del bene comune e della pace. Oggi è necessario che l’Europa faccia sempre più propri questi principi: le radici spirituali dell’Europa sono il lascito migliore che essa può offrire all’intero pianeta. Purtroppo, ha ricordato il Presidente della Regione Lombardia, vent’anni dopo constatiamo che questo straordinario slancio europeo, con una forte connotazione etica, si è enormemente indebolito anche se occorre ribadire che l’Europa dei mercati e del materialismo non potrà mai colmare il cuore dell’uomo.
Alle relazioni introduttive ha quindi fatto seguito la tavola rotonda conclusiva, sul tema: “Prima, dopo e attorno all’Ottantanove. Cronache e testimonianze” condotta da Marco Respinti di Alleanza Cattolica, e alla quale hanno partecipato l’on. Mario Mauro, Vice Presidente del Parlamento Europeo, il prof. Giovanni Codevilla, e il dott. Ugo Finetti.
Marco Respinti, nell’introdurre la tavola rotonda, ha invitato i relatori a raccontare cosa è rimasto del comunismo e come si è trasformato.
L’on. Mario Mauro ha portato la sua esperienza di euro parlamentare, ma non ha tralasciato anche considerazioni sulla vicenda italiana e della Chiesa. Ha sottolineato i terribili guasti dell’ideologia, ricordando che con la caduta del Muro le ideologie non sono cadute ma si sono trasformate, mantenendo intatto il metodo. E il nemico oggi è il relativismo, il nichilismo politico che ha avuto la forza di sradicare quello che era l’intento originario di progetto europeo. A giudizio dell’on. Mauro, l’attuale visione del potere è quella della Rivoluzione Francese, quella di uno Stato che occupa gli ambiti specifici dove si gioca la sfida del confronto tra l’uomo e l’ideologia: l’istruzione, la formazione, l’assistenza, la sanità. Questo Stato vuole controllare la sanità e l’assistenza per controllare il bisogno e quindi il presente di una generazione. E vuole controllare l’istruzione e la formazione per controllare il futuro della stessa generazione. Ma se l’uomo è caratterizzato dalla sua libertà e spiritualità, dobbiamo chiederci come deve essere allora una società che rispetti e realizzi fino in fondo libertà e spiritualità dell’uomo.
Il prof. Giovanni Codevilla, docente di Diritto ecclesiastico comparato presso l’Università di Trieste, ha ricordato le vicende del rapporto tra la Chiesa Ortodossa e lo Stato comunista. Per il regime comunista la religione era fonte di alienazione, e per tutta la sua storia si alterneranno momenti di apparente tolleranza a momenti di grave persecuzione. La gerarchia è stata sottomessa e strumentalizzata dal regime. Non prese mai una posizione chiara di fronte alla possibilità di un cambiamento, con un atteggiamento ben diverso rispetto a quello della Chiesa in Polonia. Dopo la caduta del regime comunista, la Chiesa ortodossa continua ancora oggi a sostenere lo schema antico del rapporto privilegiato con lo Stato, del legame tra nazione e ortodossia, guardando pertanto con ostilità il principio di libertà religiosa, il cambiamento di religione e il proselitismo.
Il Convegno si è chiuso con l’intervento del dottor Ugo Finetti, giornalista alla Rai, già segretario regionale socialista, che ha affrontato il tema del contesto politico e sociale italiano svolgendo importanti considerazioni su quello che è rimasto nel nostro mondo politico dopo l’abbattimento del Muro. Ha ricordato che in Italia essere anticomunisti non è mai stato considerato un valore. Nel nostro Paese, i comunisti si sono sempre proposti come i veri antifascisti, gli autentici oppositori della dittatura, e si è imposto un modello secondo il quale chi è anticomunista non può essere considerato un vero antifascista. I leader comunisti italiani, secondo Finetti, non si sono in realtà mai dissociati dal progetto comunista dell’Est europeo e si sono sempre posti in modo critico nei confronti delle socialdemocrazie europee. In conclusione, oggi non c’è, nel sentire comune, la consapevolezza piena che il comunismo sia stato un male.
Al convegno hanno partecipato oltre 250 persone. Il convegno, che è stato ampiamente annunciato attraverso inserzioni e comunicati stampa sui principali quotidiani nazionali e su molti siti internet, ha avuto eco su agenzie giornalistiche e sui media nazionali. E’ stato trasmesso un ampio servizio sul convegno nel corso della trasmissione televisiva Regioneuropa su Rai 3.