Ricordate quei “perfidi” neoconservatori che – secondo la vulgata – avrebbero letteralmente occupato la Casa Bianca all’epoca di George W. Bush Jr., presidente degli Stati Uniti d’America dal 2000 al 2008, sostanzialmente – prosegue sempre la vulgata – governando il Paese al posto suo, oppure (che però è lo stesso) manovrando le istituzioni americane come fossero marionette? Ricordate, cioè, quella presunta “superloggia” di potere per il mero gusto del potere che – è ancora la vulgata – avrebbe fatto il bello e il cattivo tempo a Washington e quindi giocoforza nel mondo, animata dalla pervicace volontà di “americanizzare” tutto e di tutto tiranneggiare attraverso l’imperio di un pilotato altalenare speculativo del dollaro? Ricordate, insomma, quel supposto complotto “americanista” ad alta concentrazione di elementi ebraici (un’altra vulgata smentita però dai conti della serva) – dove i corifei avrebbero fatto solo da “utili idioti” qualora protestanti (molti) e da lacchè se cattolici (tanti) – che si sarebbe macchiata di ogni e qualunque nefandezza mondiale, a cominciare addirittura dall’orrore dell’Undici Settembre?
Ecco, oggi di quella ipotizzata cupola del malaffare politico nessuno più parla; a stento ce ne si ricorda; e le pagine e pagine cartacee di libri e di periodici, ma soprattutto quelle virtuali di siti web e di blog autoprodotti che solo pochi anni fa promettevano quotidiane rivelazioni shock sul suo conto non servono più nemmeno per accendere la stufa d’inverno.
I neocon “brutti e cattivi” non esistono insomma più. Sono svaniti senza lasciare traccia. Si sono squagliati come la neve al sole. Erano gli uomini più potenti della Terra e dalla “stanza dei bottoni” facevano e disfacevano società e nazioni intere, ma sono scomparsi come un miraggio in poche ore. Erano una sorta di golpe permanente, ma è bastata una semplice urna elettorale a dileguarne le trame.
Il grande castello di carte della congetturata “cospirazione neoconservatrice” è infatti crollato senza produrre nemmeno un rumorino il giorno stesso in cui – era il 4 novembre 2008 – Barack Obama ha vinto le elezioni presidenziali, scacciando dalla Casa Bianca il “padrino”, il “pàtron” o più prosaicamente l’“ostaggio” di quella consorteria infida.
I padroni del mondo sono andati in pensione, le loro congiure anche, i loro finanziatori pure. I “centri operativi” che essi avevano creato hanno chiuso clamorosamente i battenti, o molto più semplicemente sono quel che davvero sono sempre stati: riviste periodiche e fondazioni culturali o educative (come ne esistono a frotte negli Stati Uniti) alle prese quotidiane con lo spinoso problema del fund-raising e impegnate a produrre letteratura, a organizzare summer school, insomma a darsi da fare in obbedienza ai propri scopi statutari, sempre pubblici. Facciamo un esempio eclatante. Al tempo esisteva – vero cuore pulsante di ogni “cospirazione neocon” che si rispetti – il “perversamente” facinoroso Project for the New American Century (PNAC) e lo animava il gotha del jet-set neoconservatore, tutti nomi pronunciati guardandosi le spalle quasi fossero quelli di criminali incalliti: gente come (per citare solo i più noti) il “bieco” William Kristol (neocon ebreo figlio del fondatore ebreo dei neocon, Irving Kristol), Robert Kagan (“guerrafondaio” neocon), Richard Perle (anima nera neocon della presidenza Bush Jr.) e Paul Wolfowitz (carriera neocon specchiata, dalla Banca Mondiale al ministero della Difesa). In realtà William Kristol era ed è un giornalista, direttore del settimanale The Weekly Standard che certamente è neoconservatore (ma ancora non esiste una legge che impedisca di esserlo) e che altrettanto certamente è da sempre più alle prese con il problema delle vendite che non con quello del dominio del mondo. Robert Kagan e Richard Perle sono politologi le cui analisi di politica internazionale possono lecitamente piacere e non piacere, ma da cui quei due cavano lo stipendio con cui si mantengono. E Paul Wolfowitz è un ex ministro che assomiglia moltissimo a un uomo qualunque come dimostrano qualche sua gaffe (i famosi calzini bucati mostrati al mondo quando nel 2007 si tolse le scarpe per entrare in una moschea turca) e l’“immancabile” amante raccomandata. Ma la cosa che più colpisce e che, dopo i fasti della stagione Bush Jr., quando avrebbe scatenato lo “scontro fra le civiltà” giusto per lucrare sulla “guerra al terrorismo” e favorire Israele, il PNAC ha chiuso i battenti nel 2006 come una qualsiasi rivendita ortofrutticola uscita dal mercato per colpa della crisi economica. Ha licenziato tutti; ha svenduto scrivanie e poltroncine; e ha disdetto pure l’hosting del proprio sito Internet. Sono questi i “padroni del mondo”?
Delle due, cioè, l’una. O gli Stati Uniti sono un Paese “mitico” dove la taumaturgica scheda elettorale riesce a sconfiggere anche il mostro più orrendo; oppure il “complotto neocon” non è mai esistito.
Se i neoconservatori fossero infatti stati ciò che per anni si è detto, come mai il nuovo presidente Obama non ha prontamente rivelato al mondo gli scottanti dossier che li riguardano e Hilary Clinton, per quattro anni a capo della Segreteria di Stato, non ne ha denunciato pubblicamente le eversive trame internazionali? Possibile che un semplice cambio di segno politico al vertice del Paese sia in grado di cancellare completamente la presenza di una organizzazione tanto ramificata, pericolosa e potente? Possibile che un potere tanto infiltrato e malvagio si lasci spodestare da una semplice votazione? A pochi anni di distanza, insomma, dov’è finito lo spettro neocon che sembrava aggirarsi minaccioso per il mondo, in procinto di distruggerlo? Sembra davvero che alle tante bricconate di Obama debba aggiungersi pure l’avere lasciato disoccupato un esercito intero di complottisti.
Al di là di ogni boutade, quel che seriamente dapprima meraviglia e subito dopo inquieta è il silenzio assoluto osservato dai numerosissimi critici dell’“era Bush”, soprattutto quelli “di destra”, di fronte ai ben più gravi, palesi e scoperti danni causati agli Stati Uniti e al mondo dall’“era Obama”.