“La politica (…) è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 205). Sabato 22 marzo la Sala san Pio X di via della Conciliazione a Roma ha ospitato un convegno dedicato a una “vocazione altissima”, anche se spesso denigrata, la politica. L’incontro promosso da Alleanza Cattolica ha voluto mettere a tema un argomento attuale e caro all’associazione, quello della “buona politica”, e quindi della responsabilità dei cattolici, ponendo l’accento sulla questione al centro del dibattito di questi mesi: la famiglia.
Il percorso si è snodato in quattro momenti, che hanno chiarito ai circa 400 presenti il contesto sociale, internazionale, nazionale e morale in cui collocare il dibattito sulla buona politica. Il tutto arricchito dai brevi interventi di rappresentanti politici di spicco, come il Senatore Maurizio Gasparri (FI), l’Onorevole Eugenia Roccella (NCD), il Senatore Aldo Di Biagio (PI), il Parlamentare Europeo Carlo Fidanza (FdI) e il Senatore Lucio Malan (FI), che con la loro presenza e le loro parole hanno testimoniato la propria modalità di impegno per la buona politica.
Da moderatore, Attilio Tamburrini ha provocato il pubblico, ricordando che un convegno di questo genere non serve se, una volta recepiti i contenuti, una volta “fatta benzina”, non li si proiettano all’esterno, raccontandoli e mettendoli in pratica.
Dopo il saluto al reggente nazionale di Alleanza Cattolica Giovanni Cantoni, impossibilitato a essere presente, la mattinata si apre con l’analisi della prima tappa del percorso, Il contesto sociale. La crisi, le nuove povertà e l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, a cura di Massimo Introvigne. In quale contesto sociale ci troviamo a vivere in Italia? Suicidi per motivi economici, imprese che falliscono, 4 milioni di poveri, un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti al mondo. Una crisi che non riguarda più pochi poveri, ma la maggioranza. È povertà del corpo, di chi ha freddo, fame, il “popolo dei cassonetti”; ma è anche la povertà di giovani laureati e qualificati il cui capitale di conoscenza non trova impiego, e che, infine, porta questi due tipi di povertà a confluire. Introvigne propone, dunque, un “decalogo” contro la crisi, ricavandone i “comandamenti” dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium, per un ritorno dell’economia all’etica. Più realismo, più solidarietà, più sobrietà, ma anche più economia, politica e religione, più radici, più speranza e, per ultima, non per scarsa importanza ma perché pietra d’angolo dell’edificio sociale che è possibile costruire su questo decalogo, più famiglia. La cellula fondamentale della società, ma anche la più attaccata e minacciata tanto in territorio nazionale che nel mondo.
Al professor Mauro Ronco il compito di delineare il contesto internazionale (Il contesto internazionale. Stati Uniti, Russia, Cina, Europa. E l’Italia?), in un intervento di carattere storico-politico con uno sguardo verso il futuro. Partendo dal crollo del muro di Berlino nel 1989, Ronco propone un bilancio degli anni successivi. Ben lontana da essere, come avrebbe voluto Fukuyama, “il punto finale dell’evoluzione ideologica dell’umanità”, l’universalizzazione della democrazia occidentale liberale, e con essa l’oblio di quanto accaduto prima del crollo del comunismo, ha alimentato un ottimismo superficiale verso il futuro dell’Occidente. Alleanza Cattolica in Italia rifletteva, invece, sulla decadenza etica dell’Europa e dei nuovi problemi che si profilavano alla fine dell’opposizione tra Est-Ovest, ovvero l’insorgere di realtà religiose, etniche e politiche dotate di potenzialità demografiche, economiche e finanziarie talmente alte da mettere in crisi l’equilibrio post 1989.
Uno scenario, questo, in cui l’Europa avrebbe potuto giocare da protagonista solo riscoprendo le proprie radici cristiane. Per questo, Giovanni Cantoni incitava i cattolici italiani a proseguire sulla strada della nuova evangelizzazione indicata dal beato Giovanni Paolo II, sottolineando l’importanza del ruolo dei laici nella costruzione della nuova Europa. La miopia dell’élite occidentale all’inizio degli anni 90 non ha saputo prevedere il nuovo quadro geopolitico, credendo che il vantaggio dell’Occidente sarebbe stato mantenuto e accresciuto con l’imposizione delle presunte ragioni del suo successo: sul piano antropologico, il laicismo relativista, che ha avuto come tappe fondamentali le conferenze internazionali organizzate dall’ONU al Cairo nel 1994, sulla salute riproduttiva, e a Pechino nel 1997, dedicata all’agenda di genere; sul piano politico, l’esportazione forzosa della democrazia liberale; sul piano economico e finanziario, la fiducia cieca nella bontà assoluta della globalizzazione. L’ideologia occidentalista ha fallito. Quali rimedi? Innanzitutto, la lotta contro il relativismo, tutelando la vita, la famiglia e la libertà religiosa nel mondo. Fondamentale, inoltre, è tornare a un minimo di concordia politica, anche per permettere la soluzione del “problema Europa”, che ha causato lo svilimento dell’Italia e la sua sudditanza all’Euro e alla Germania. Infine, ritornare a uno stile di vita improntato a sobrietà, austerità e soprattutto a quella solidarietà verticale e orizzontale che tiene unita l’Italia.
Il contesto nazionale in prospettiva storica: il “berlusconismo” nella storia d’Italia: il terzo intervento è una vivace intervista di Marco Invernizzi a Giovanni Orsina, autore del volume “Il berlusconismo nella storia d’Italia”. Cosa c’entra Berlusconi con il percorso tracciato fin’ora? Volendo riflettere sull’Italia degli ultimi vent’anni, e quindi inquadrarvi l’attacco alla famiglia, che è la tematica portante della giornata, non si può non parlare di Berlusconi, che di questi vent’anni è stato protagonista. Il 1994, quando Silvio Berlusconi vinse per la prima volta le elezioni, fu la fine di un’epoca, quella delle ideologie, e l’inizio di una nuova. Per cercare di comprendere questa novità, Orsina sceglie di fare uso di una categoria interpretativa, quella della contrapposizione tra Paese reale e Paese legale. Fin dai governi della sinistra e destra storica, passando per il fascismo e, infine, per il comunismo, gli italiani sono stati sottoposti a un tentativo continuo di cambiarli, adeguarli all’ideologia di turno, al Paese legale. Con Berlusconi il paradigma cambia: gli italiani non vanno cambiati, vanno bene così. La domanda che secondo Orsina ci si sarebbe dovuti fare in quel momento, 20 anni fa, e non solo ora, riguarda proprio il rapporto tra Paese reale e legale. Invece di cominciare a demonizzare l’elettore di berlusconiano e condannarlo perché non si fida del Paese legale, perché si sente lontano delle istituzioni e dalle regole imposte da uno stato in cui non ha fiducia, ci si sarebbe dovuti chiedere “perché?”: ci sono, cioè, delle ragioni che giustificano la sfiducia del Paese reale verso quello legale? Oggi il berlusconismo si trova probabilmente al termine della sua corsa, e il futuro scenario politico dipende anche da come si risponderà a questa domanda.
A concludere la giornata è stata la tavola rotonda moderata da Alfredo Mantovano sul tema Il contesto morale. Vita, famiglia, educazione, condizioni per la buona politica. Avendo presente la dimensione complessiva dell’attacco che la famiglia sta subendo, la tavola rotonda riunisce i rappresentanti di diverse realtà che testimoniano come gli italiani abbiano reagito e si stiano organizzando per contrastare una deriva che non è per nulla inevitabile. Una tavola rotonda per mettere in chiaro, sottolinea Mantovano, che il percorso è difficile, ma si può fare, e, con l’aiuto di Dio, si deve fare.
Ospiti d’onore sono state Mirjana Andjic e Zeljka Markic, responsabili del Comitato organizzativo del referendum che, alla fine del 2013, ha portato all’introduzione nella costituzione croata della definizione di famiglia come fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Una testimonianza di coraggio, speranza e grande affidamento alla Provvidenza che ci dice che la vittoria dei nemici della famiglia non è ineluttabile.
Non potendo essere presente di persona, il portavoce della Manif pour tous francese ha inviato un video messaggio con cui a invitato la platea a non arrendersi e a restare salda su quello che la unisce, cioè i valori fondamentali della famiglia, che è una e universale.
Anche il portavoce della Manif italiana, Filippo Savarese, ha dato la sua testimonianza, consigliando anche due letture: “Educare al maschile e al femminile” di Scicchitano e Cantelmi, e “Voglio la mamma” di Mario Adinolfi, strumenti utili per informarsi e formarsi.
L’avvocato Giancarlo Cerrelli ha parlato come esponente del Comitato Sì alla Famiglia, che raccoglie e coordina diverse associazioni legate dal comune intento di tutelare la famiglia. Dopo aver esortato i presenti a non essere cristiani da salotto, ha spiegato le modalità con cui il Comitato si propone di fare la sua parte per fornire una strategia al “popolo della famiglia”.
La conversazione è proseguita con l’intervento di Francesco Belletti, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, che sta svolgendo un ruolo prezioso su diverse tematiche attinenti alla famiglia, in particolare l’educazione.
Infine, Raffaella Frullone ha raccontato della bella realtà delle Sentinelle in Piedi, che da nove mesi riempiono le piazze con la loro presenza silenziosa per dire no al ddl Scalfarotto.
Massimo Introvigne ha chiuso la giornata con l’invito a riflettere su tre cose che non si sono viste nel corso del convegno: la concorrenza tra le varie realtà nella lotta contro l’ideologia di genere; l’omofobia caricaturale di cui le lobby LGBT ci accusano; la competizione “partitica”. Introvigne ha dunque salutato i presenti ricordando che non è la politica delle stanze del potere a doversi occupare di noi, ma che è da questo luogo che ricomincia oggi una politica nuova.ootballer →