Quando ci chiediamo che cosa sia quel potere che ci sembra così ostile ai principi fondamentali del bene comune (vita, famiglia, libertà di educazione) non dobbiamo mai cadere nel rischio di usare termini di riferimento generici, perché correremmo il rischio di apparire come degli anarchici, che hanno in odio il potere in quanto tale, qualsiasi potere. Oppure rischieremmo di apparire come gli eretici cristiani dei primi secoli, i montanisti, che in conseguenza del loro millenarismo rifiutavano di prestare il servizio militare perché credevano l’obbedienza all’impero inconciliabile con il cristianesimo.
Del resto, non mancano gli esempi per capire come esistano dei poteri molto forti che condizionano, o almeno cercano di condizionare l’opinione pubblica, cercando di orientarla. Un esempio lo si può osservare leggendo il Corriere della sera di lunedì 18 maggio. Si tratta del commento alla giornata contro l’omofobia e la transfobia che si è svolta la domenica precedente. L’operazione parte in prima pagina con un articolo di Aldo Cazzullo che spiega come mai l’Italia non abbia ancora una legge contro l’omofobia, a causa degli integralisti cattolici e degli estremisti Lgbt che contestano il ddl Scalfarotto approvato dalla Camera e fermo al Senato, i primi accusandolo di essere liberticida, i secondi troppo moderato. L‘operazione è ormai classica: accanto agli omofobi si creano gli estremisti, per poter sostenere che il promotore della legge, l’on. Scalfarotto, tutto sommato è un moderato, così come il ddl che porta il suo nome. In più si arruola il Presidente della Repubblica, che nel giorno della lotta contro l’omofobia ha rilasciato dichiarazioni favorevoli a una legge che faccia cessare finalmente le discriminazioni. Vero o no, il Capo dello Stato viene arruolato fra i fautori del ddl Scalfarotto e delle unioni civili, che equiparano il matrimonio omosessuale a quello fra uomo e donna secondo il ddl Cirinná presentato in Parlamento ma “rimandato” a settembre. Due poteri forti, il principale quotidiano del Paese e il Presidente della Repubblica, sono così schierati per entrambe le leggi, quella sull’omofobia e quella sulle unioni civili.
Ma l’Italia resiste perché è arretrata, influenzata dalla Chiesa. Non lo si dice esplicitamente per non mettere in contrasto il Presidente (cattolico democratico) con il Magistero della Chiesa, ma lo si fa capire con un articolo sul prossimo referendum sui matrimoni gay in Irlanda, dove si usano parole settarie e offensive contro la Chiesa cattolica, schierata in difesa dell’unica famiglia. Per superare questo inconveniente, ecco l’articolo patetico che dovrebbe strappare le lacrime del lettore, con un servizio-intervista a un uomo diventato donna a 51 anni, che lascia una moglie e due figli, ma la cui trasformazione viene accolta e accompagnata dalla lungimirante e aperta Ibm, la multinazionale dove lavora. Tutto normale ci mancherebbe, tranne che per proteggere la privacy del trans si evita di scriverne il cognome. Non si sa mai, siamo ancora un Paese arretrato. Grazie a Dio.
Marco Invernizzi