Provare a crescere poeti in erba “Per il verso giusto”, una grande iniziativa culturale
di Cristina Cappellini
Si è svolta il 19 e 20 ottobre, nel borgo medievale di Soncino, in provincia di Cremona, una “due giorni” all’insegna della poesia, a compimento della prima fase del progetto Per il verso giusto,un percorso formativo dedicato ai più giovani, ma presto diventato patrimonio dell’intera comunità soncinese, grazie al coinvolgimento di diversi soggetti, realtà aggregative e artisti del territorio.
Il progetto trae ispirazione da un’iniziativa della Regione Lombardia di due anni fa che, nell’ambito del palinsesto di appuntamenti per l’“Anno della Cultura in Lombardia”, aveva promosso, appunto a Soncino, una “tappa” dedicata alla valorizzazione dei luoghi e dell’identità del territorio attraverso la poesia. Protagonista dei due incontri fu Davide Rondoni, uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, che tenne uno spettacolo/reading poetico e un successivo incontro con gli studenti della scuola secondaria di primo grado. L’iniziativa si rivelò positiva, tanto che, qualche mese dopo, la medesima scuola invitò Rondoni a tenere un secondo incontro. Nel frattempo gli studenti si erano cimentati con la stesura di testi poetici, molti dei quali ritenuti dal poeta stesso degni di attenzione.
Il progetto, che ha come capofila l’amministrazione comunale, si è posto quindi l’obiettivo di continuare a coltivare un terreno favorevole alla poesia, coinvolgendo gli studenti attuali, ma anche alcuni degli studenti che avevano partecipato ai precedenti incontri con Rondoni. Come? Prendendoli Per il verso giusto, vale a dire non mediante un approccio meramente didattico, ma cercando di catturarne l’interesse e assecondarne la propensione alla poesia attraverso attività varie.
Pur essendo la scuola il principale punto di riferimento sono state coinvolte anche molte altre realtà: poeti e artisti del territorio, il “Chinaski Libri e Caffè”, l’oratorio San Paolo e la biblioteca comunale, nell’intento di dare esattamente una dimensione comunitaria al progetto. Preziosa è stata anche la collaborazione con la Casa della poesia di Como, la Casa della poesia di Monza e il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna.
Il tema di fondo è stato L’infinito di Giacomo Leopardi (1798-1837), dato che di quella poesia celebre e amata ricorrono i 200 nel 2019.
Ecco dunque una breve cronaca della tornata finale.
Il primo appuntamento si è tenuto il sabato mattina, alla presenza degli alunni del terzo anno (circa un’ottantina) nella sala convegni della ex Filanda (oggi bene culturale vincolato dalla Sovrintendenza come esempio di archeologia industriale), dove sono intervenuti diversi ospiti: Marco Morganti, dirigente del gruppo Intesa Sanpaolo e responsabile del Terzo Settore (oltre che poeta per passione), che ha raccontato la propria esperienza, stimolando i ragazzi ad assecondare il più possibile le passioni per trovare nel verso poetico la forma migliore con cui esprimere i sentimenti più forti, quelli che non si possono dire in altro modo. Il secondo intervento è stato di Marouen Bejaoui, studente di filosofia, che ha parlato di sé, giovane cresciuto tra la Tunisia e l’Italia, e che sta dimostrando un talento poetico non trascurabile. Il terzo intervento ha visto protagonista Antonetta Carrabs, poetessa e giornalista, nonché presidente della Casa della poesia di Monza, che ha parlato ai ragazzi del proprio laboratorio poetico negli ospedali (in particolare nei reparti pediatrici), nelle carceri e tra gli anziani nelle case di riposo. Infine è stata la volta di Laura Garavaglia, poetessa e scrittrice, nonché presidente della Casa della poesia di Como, che ha intrattenuto i ragazzi con un micro-esperimento di commento di alcune tra le poesie più note della cultura italiana.
Nel primo pomeriggio, nella biblioteca comunale, si è tenuto un piccolo laboratorio di poesia dedicato agli alunni della scuola primaria, alle prese con parole e con disegni.
Nel tardo pomeriggio, invece, l’appuntamento con la lettura dei testi poetici (circa una sessantina) composti dagli studenti in questi ultimi due anni, alcuni a tema libero, altri legati alle bellezze del proprio territorio oppure alle difficoltà e agli ostacoli della vita di ogni giorno. Molti testi sono degni di nota e dimostrano una spinta forte ad esprimere ciò che viene dall’anima, sia in termini di gioia che di situazioni di disagio, le più difficili solitamente da far emergere.
La domenica mattina, nel caffè letterario “Chinaski”, si è tenuto l’incontro Mattina del dì di festa in cui alcuni poeti emergenti hanno presentato i loro testi più significativi, alcuni dei quali già premiati nell’ambito di vari concorsi letterari, oltre a quelli in grado di esprimere affinità con la poetica leopardiana.
Nel pomeriggio si è invece tenuto Tra terra e cielo, un reading poetico con accompagnamento musicale nella piccola chiesa dell’oratorio San Paolo, con uno sguardo particolare alle poesie in grado di esprimere da un lato l’attaccamento dei poeti alla propria terra (per esempio A Zacinto di Ugo Foscolo [1778-1827] o Traversando la maremma Toscana di Giosue Carducci [1835-1907]), dall’altro il protendersi del poeta verso il cielo (in primis il Cantico delle creature di san Francesco [1182-1226], ma anche La sera fiesolana” di Gabriele d’Annunzio [1863-1938]).
La sera della domenica si è svolto il gran finale, con l’intervento di Rondoni su L’infinito (attingendo dal suo ultimo libro E come il vento) e a seguire lo spettacolo Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi che fai… della compagnia teatrale Manni Ossoli, incentrato sui Canti leopardiani. La sala gremita e l’entusiasmo dei presenti hanno dimostrato ancora una volta che quando si prende la cultura Per il verso giusto la risposta del pubblico non si lascia attendere.
Venerdì, 25 ottobre 2019