Care amiche, cari amici,
perché un libro su Luigi Gedda (1902-2000), a 110 anni dalla sua nascita? E perché farne una presentazione con un docente universitario? Che cosa mai ci sarà da dire su una persona che chi ha meno di 40 anni mediamente non conosce, mentre chi ha vissuto l’esperienza elettorale del 18 aprile 1948 o ha fatto parte dell’Azione Cattolica degli anni Cinquanta ricorda come un protagonista della storia italiana e non soltanto di quella strettamente cattolica, che poi, a partire dagli anni Sessanta, è stato oscurato, vilipeso e sostanzialmente condannato al silenzio?
Come ha scritto Giovanni Cantoni nella prefazione al mio libro su Gedda, il fondatore dei Comitati Civici non ha mai avuto rapporti diretti con Alleanza Cattolica fino al 1998, ma molte persone e ambienti che si avvicinarono ad Alleanza Cattolica dopo la sua nascita, negli anni Sessanta del secolo scorso, avevano avuto a che fare con Gedda, o ne avevamo ammirato i gesti pubblici, in primis ma non soltanto le elezioni del 18 aprile. Gedda, infatti, è stato molte altre cose, a cominciare dai medici cattolici, che ha fondato con altri nel 1944 poi presiedendo per molti anni l’AMCI, l’Associazione dei Medici Cattolici Italiani, oppure il CSI, il Centro Sportivo Italiano, anch’esso fondato all’inizio del 1944.
Nell’esperienza dei Comitati Civici, Alleanza Cattolica ha visto una caratteristica alla quale si è sempre richiamata e cioè il riuscire a tenere insieme, senza confonderli ma anche senza separarli, l’impegno religioso e quello politico. Chi ci segue da tempo sa che non siamo né talebani fondamentalisti né laicisti accaniti, cioè non confondiamo il sacro e il profano, l’eterno con il temporale. Tuttavia, diffidiamo di una religione disincarnata, quasi indifferente a ciò che accade nelle vicende del mondo, perché è proprio questo mondo storico che dobbiamo cercare di salvare e di rendere migliore, quel mondo nel quale viviamo adesso, con le persone che vi nascono, lo abitano e vi muoiono. Così, evidentemente, diffidiamo anche di una politica senza fondamenti religiosi, spesa soltanto sul fronte dell’interesse particolare o addirittura personale.
Sono veramente tanti i motivi che mi hanno spinto a scrivere un libro su Gedda e a invitarvi a una presentazione. La persona, innanzitutto, un autentico uomo di fede e di onore, indisponibile a qualsiasi compromesso su principi fondamentali, eppure attentissimo a ciò che accade nelle vicende del mondo, pronto a usare qualsiasi mezzo, lecito, per fare trionfare la verità e per diffondere il suo modello di santità.
In secondo luogo, i Comitati Civici, questa associazione che ha cercato sempre di fare diventare cultura la fede, come diceva il beato Giovanni Paolo II, e di non separare laicisticamente l’impegno religioso da quello politico, formando così decine di migliaia di italiani che partecipavano ai suoi Corsi di formazione della durata di 15 giorni, dove si alternavano la liturgia e la preghiera con lo studio, l’analisi e la formazione.
In terzo luogo la convinzione che l’identità italiana non può fare a meno dell’esempio di queste persone se vuole rinnovarsi e continuare a essere presente nel cuore soprattutto dei giovani che ignorano, per esempio (e nessuno glielo spiegherà se non lo facciamo noi), che cosa è successo il 18 aprile 1948 e quale è stato il significato di quell’evento per il futuro del nostro Paese.
Ecco alcuni buoni motivi per un libro e un invito.
Grazie.
Marco Invernizzi
Il libro Marco Invernizzi, Luigi Gedda e il movimento cattolico in Italia, pref. di Giovanni Cantoni, Sugarco 2012, verrà presentato dal prof. Alberto Barzanò nella sede di Alleanza Cattolica a Milano, via Lecce 8 (Porta Ticinese-Univ. Bocconi) giovedì 11 ottobre alle 21.00.