E così, in mezzo all’afa estiva, anche Milano ha il suo registro politicamente corretto. Giovedì 11 luglio 2013, il consiglio comunale ha approvato l’istituzione del registro per i “biotestamenti”, che pare siano una versione soft delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Continua così la marcia della “dittatura del relativismo” anche su temi che oggi non occupano le prime pagine, i cosiddetti principi non negoziabili.
La strategia è chiara, come per le unioni di fatto, occorre mettere il legislatore di fronte al fatto compiuto: i registri per le unioni omosessuali, per le dichiarazioni anticipate di trattamento sono una realtà in tutto il paese, occorre solo una legge che governi il fenomeno.
Questo modus operandi è talmente efficace che anestetizza qualsiasi reazione. Le forze politiche che ieri (non venti anni fa, ma nel 2010) difesero i principi non negoziabili sembrano essersi sciolte come neve al sole, se non addirittura divise al loro interno (in consiglio comunale la Lega ha votato divisa sul “biotestamento”, confermando che ha perso il contatto con la sua base invece sensibile ai principi non negoziabili), e i cattolici sembrano volersi nascondere dietro il dito della riorganizzazione diocesana invece di uscire nelle periferie a riconquistarle.
E’ necessario alzare la voce, è necessario trovare la forza di testimoniare le ragioni dell’uomo che passano per la vita, la libertà, l’educazione come ci ha ricordato Sua Santità Benedetto XVI e ci ricorda il Regnante Pontefice Francesco. La crisi la si batte tornando ai principi e fondamenti non attraverso alchimie economiche che sono già decise altrove, non certamente a Roma o a Milano. La battaglia culturale e politica non è intorno alla sospensione dell’IMU o dell’aumento dell’IVA, ma sui principi e le forze devote al relativismo lo hanno capito e non perdono tempo, e così guadagnano terreno anche dove era impensabile.
Anche Milano ha il suo registro. Rimarrà vuoto o magari qualcuno ci metterà le sue ultime volontà per un disegno ideologico, come è successo per altri registri, ma si potrà dire che ormai il biotestamento è realtà e il popolo vuole la liberalizzazione dell’eutanasia e che opporsi vuol dire essere fuori dalla storia. Insomma un film già visto, con i cattolici che invece di battersi (magari perdendo, salvando però l’onore) taceranno oppure adotteranno la tattica del “cedere per non perdere”, secondo lo stile usato nella Prima repubblica dalla Dc, che ha portato a continui e inevitabili fallimenti.